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Aggiornato: 5 ottobre 2025


Visitai la casa, col pretesto di prenderla in affitto.... Non c'erano più i mobili, niente; le dure pareti.... E c'era tuttavia il suo profumo, il profumo acutissimo di quelle sue sigarette.... Se non fossi stato col

Una vecchia signora, assidua ai martedì, s'era proposta una tutela gratuita su di noi; voleva insegnarci a vivere, e s'interessava della servitù, dell'andamento della casa, dando consigli non cercati perfin sulla disposizione dei mobili.

Si potrebbe vedere se ha lasciato qualche scritto. La baronessa, battendo allora una mano contro l'altra, esclamò: È ciò che ho detto fin da principio!... E il commissario, a un cenno del giudice, si diede alla ricerca. La camera della morta non aveva molti mobili.

La stanza da letto della marchesa era tutta color albicocco. Il letto, in legno bianco e oro, aveva delle tende ampissime dello stesso colore a frangie d'argento e oro, foderate di raso bianco. I mobili, pure in bianco e oro, erano elegantissimi di forma, ma pesanti e pure di color albicocco, tranne la poltrona su cui era seduta la marchesa, ch'era di damasco bianco.

«Mobiliare delle camere da affittareQuesta fu l'idea concepita ed approvata da tutta la famiglia. Ma ogni individuo la considerava sotto un punto di vista speciale. I mobili sono miei; se ne caveremo da vivere, la padrona di casa sarò io sola, suggeriva l'orgoglio della Teresa.

L'orchestra di nervi e fibre patetiche annuncia l'arrivo scivolante delle dame. Previdente pensiero dei grandi sarti inspirati che hanno fasciato appena di stoffe leggerissime quei mobili corpi femminili, perchè l'aroma della volutt

Per addobbare la casa di Milano in via Meravigli, erano stati mandati innanzi da Roma il professore Salapolli, che doveva curare l'assetto della biblioteca, e la governante ungherese, Maritza, che doveva disporre i mobili.

Non io, che la superba alma fiaccai Ne le mobili Dune al fermo Ibero, Non io, quel che il mio destin mirai Di Marind

V'era lo scaffaletto da ninnoli, con dei minerali preziosi e degli uccelli imbalsamati; v'era il piano, a coda; v'era la tavola con dei mostri cinesi, degli albi di famiglia e dei libri regalati dai giornali cui il signor Folengo era abbonato; v'eran quegli oggetti e quei mobili volgari, che disposti in qualunque modo, messi sotto qualunque luce, formano sempre un solo tipo di casa, producono sempre una sola impressione.

Questa Cristina, la cameriera, assai stranamente occupava un posto saldo e durevole nelle mobili simpatie e nelle fugaci tenerezze della padrona: molte cose e varie persone eran tramontate nella vita di Emma Lieti, senza ribellione sua e senza rimpianto, ma Cristina, la cameriera, restava all'orizzonte da varii anni e un poeta di stampo antico avrebbe detto che ella non conosceva occaso.

Parola Del Giorno

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