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Aggiornato: 27 giugno 2025


Misi la testa dentro: era buio. Chiamai il cuoco per nome: Gioanin! Il poveretto, afflitto dalla mala riuscita d'una frittura, e forse anche inquieto per la vicinanza dei due «selvaggi», non dormiva. A l'è chiel? Son io. Tardò qualche momento a rispondere e poi, voltandosi sul letto, esclamò sospirando: Ah! che pais!

La sera stessa passeggiai lungo il Reno. Il nero spaventoso del cielo, i lumi del fiume, la folla silenziosa e ferma sulle rive, le musiche trionfali cui si mescevano di quando in quando da un vicino serraglio ruggiti di belve irritate, facevano uno spettacolo festoso e lugubre a un tempo che mi metteva sinistri pensieri. Me ne partii presto, mi misi a caso per viuzze deserte e mi trovai improvvisamente a fianco del Duomo colossale, cinto di silenzio. Mi fermai a contemplare la incerta enormit

No, mamma; non ho voglia. Buona notte! E baciai su la guancia anche lei. Ed uscii senza indugio, senza volgere uno sguardo a Giuliana; raccolsi le poche forze che mi restavano e, a pena fuori della soglia, mi misi a correre verso le mie stanze, per tema di cadere prima di aver raggiunta la mia porta. Mi gettai bocconi sul letto.

Era seduta sull'erba e teneva fra le mani l'ombrellino chiuso. Chinò il capo, le congiunse in atto supplichevole. Io mi misi a parlare del Maiwein con la signorina Luise. Il vino ed il fiore disse il dottor Topler sono diverse espressioni del suolo tedesco e noi ne facciamo una sola poesia.

Misi in tasca il coltello, stavo per lanciarmi fuori, quando rassettando rapidamente le cose mie e raccogliendo quei fogli sparsi, m'avvidi con stupore profondo di una cosa non sospettata. Ecco: durante il mio sonno, le mosche avevano fatto colazione con la mia lettera. Avevano mangiato col sangue le mie parole d'amore.

Ella non aveva dunque pensato ad altro, non aveva sognato altro. Ella aveva creduto; credeva. Io duravo fatica a dissimulare la mia angoscia. Mi occupavo, con soverchia premura, forse, dei preparativi pel suo piccolo pranzo. Io medesimo le misi su le ginocchia la tavoletta. Ella seguiva tutti i miei movimenti con uno sguardo carezzevole che mi faceva male. "Ah, se ella potesse indovinare!"

«Questo io lo sentivo con un senso di vero sgomento. Sentivo in me tanta potenza di vita, e mi domandavo: «Che farne?» «La sera stessa mi misi al pianoforte; passai una quantit

«Ed intanto poteva essere che la lettera ci fosse laggiù nella tavola, e che nessuno pensasse a portarla. Mio Dio! come farli ricordare di me? Ah! uscirò. «Detto fatto. Misi cappello e cappotto e scesi le scale lentamente, senza sapere dove andassi. Nel passare dinanzi all'ufficio sentii gridarmi: « Signora, scusi; una lettera per lei. «Ebbi un sussulto che mi scosse dalla testa ai piedi.

In America, si procede così... Si, ma cca non semu in America! semu in Sicilia! Pi 'n'autri vinti jorna, amicu miu! Ma fra un misi, 'stu paisi sar

E ridiscesi, ancora sotto la pioggia molesta la scala del giardino; e passai un'altra volta sotto a quel fanale ove mezz'ora dianzi egli s'era chinato a raccattare il cappello ridendo. E mi misi a fuggire con un brivido nella schiena, udendo alle mie spalle riecheggiare la lugubre risata.

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