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Aggiornato: 25 giugno 2025
Or geme il bosco ed or tace Ora si schiara, or s'oscura; Riposa immobile in pace, Spande la inquieta verdura. Stupido io miro la via Che sale, gira e si perde; Vorrei saper dove sia Più scuro e segreto il verde, Perchè se dai passi miei Col
CAPPIO. Eccolo, che star mirando. LARDONE. Miro questo mirabil vino come schizza, brilla e saltella da se stesso; mostra la schiuma, poi la risolve in perle grandi, poi in piú picciole e le picciole in nulla. O che bevanda celeste piú che nettare e pania che inveschia! PEDANTE. Accelera il bere.
44 Stese le mani, ed abbracciar lo volle, e insieme domandar perché venìa; ma di poterlo far tempo gli tolle il campo ch'in disordine fuggia dinanzi a quel baston che 'l nudo folle menava intorno, e gli facea dar via. Fiordiligi mirò quel nudo in fronte, e gridò a Brandimarte: Eccovi il conte!
Onde, se 'l mio disir dee aver fine in questo miro e angelico templo che solo amore e luce ha per confine, udir convienmi ancor come l'essemplo e l'essemplare non vanno d'un modo, che' io per me indarno a cio` contemplo>>. <<Se li tuoi diti non sono a tal nodo sufficienti, non e` maraviglia: tanto, per non tentare, e` fatto sodo!>>.
Lo trafitto 'l miro`, ma nulla disse; anzi, co' pie` fermati, sbadigliava pur come sonno o febbre l'assalisse. Elli 'l serpente, e quei lui riguardava; l'un per la piaga, e l'altro per la bocca fummavan forte, e 'l fummo si scontrava. Taccia Lucano ormai la` dove tocca del misero Sabello e di Nasidio, e attenda a udir quel ch'or si scocca.
Poi si mise con rabbia davanti alla bestia ferita, mirò pochi secondi, scagliò diritto e fulmineo il suo terzo colpo di spada. Il toro gli spruzzò di sangue la mano ed il viso. Bombita, lentamente, si avvicinò all’avversario. Questa volta il colpo era stato profondo, giusto, mortale.
Affrettarono il passo e raggiunsero lo spianato dell'umile chiesuola del paese. Ivi sostarono, e vedendo la giovinetta muovere alla lor volta in atto di sorpresa, si scambiarono un'occhiata eloquente, e separaronsi. Ma prima che Pierio si fosse allontanato, Bizco gli strinse con isforzo la mano, lo mirò fiso, e disse con lenta voce solenne: Lo giuri?
Trasse di tasca il suo pettinino di tartaruga e lo passò due o tre volte nei baffi e nel pizzo, poi si mirò nello specchietto del manico e riprese: Quella pozione l'ha gi
A chi serena io miro, Chiaro è di notte il cielo; Torna per lui nel gelo La terra a germogliar. Ma se a taluno io giro Torbido il guardo e fosco, Fronde gli niega il bosco, Onde non trova in mar. SCI. E a sì enorme possanza Chi si opponga non v'è?
Lo trafitto ’l mirò, ma nulla disse; anzi, co’ piè fermati, sbadigliava pur come sonno o febbre l’assalisse. Elli ’l serpente e quei lui riguardava; l’un per la piaga e l’altro per la bocca fummavan forte, e ’l fummo si scontrava. Taccia Lucano ormai l
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