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Aggiornato: 13 maggio 2025
Io mi maravigliavo ben, io! Sará pur vero quello ch'io mi pensavo. Orsú! Perdonategli: che volete fare? In ogni modo, questa chiappola d'Isabella non vi volse mai bene. FLAMMINIO. Tu dici il vero. PASQUELLA, CLEMENZIA, FLAMMINIO, LELIA da femina e CRIVELLO. PASQUELLA. Lasciate fare a me: ché gli dirò quanto me avete detto, ché ho inteso. CLEMENZIA. Questo è, messer Flamminio, il vostro Fabio.
Mi congratulo con voi; proseguì messer Dardano, volgendosi allora a Spinello. Così giovane e gi
Anche in quella occasione la risposta della lega fu data da messer Francesco di Novelli.
cantava quel dolcissimo labbro di messer Francesco Petrarca. Su, via, giovanetto, ella è cosa da vergognarsi questa? Predicatela dai pulpiti, banditela di sopra i tetti; chè buona novella è amore. Non si vergognava gi
E l'araldo dolorosissimo: Oldrado non mi diede mai questo comando! Dopo fate a raccolta!... Oberto! Oberto! E se messer Ugo tornasse? Anche l
La signora marchesa per sè non sarebbe cattiva... Eh no, non ne ha l'aria davvero; interruppe messer Agapito, che era gi
Or dunque, a noi! sclamò messer Pietro, poichè i quattro arrivati furono soli sull'aia. E così dicendo, si tolse di dosso la sua cappa di scarlatto verde, foderata di vaio, e la gittò sulla sella del suo palafreno. Giacomo Pico, a sua volta, si tolse la cappa di bigello, e rimase, come il suo avversario, in farsetto.
Volevo parlarvi in quella vece dell'amicizia che ho per voi, continuò messer Dardano, che vorrei vi fosse nota in tutta la sua profondit
Si pensava sempre a madonna Fiordalisa e si rimpiangeva la sua fine miseranda; si rammentava la sua maravigliosa bellezza, raggio di sole così presto invidiato alla terra, e nessuno sapeva acconciarsi all'idea di averne perduto per sempre il divino sorriso. Mi chiederete come avesse accolto il triste annunzio messer Lapo Buontalenti.
Sulla nuca era aperta e scheggiata: si drizzava e boccheggiava, come quella di un ferito e di un annegato. Era messer Gisalberto! Quel morto affondava: qualcosa ancora si dondolava all'insù. Messer Aginaldo quest'altro! E i due cavalieri a vece di pupille avevano un globo bavoso che colava, il naso pesto, alle labbra cascanti penzolate le irrequiete code dei vermi.
Parola Del Giorno
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