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Aggiornato: 28 ottobre 2025
Successivamente essendosi messa alle voci la nomina dei deputati, dallo scrutinio delle schede risultarono nominati i Senatori conti GUICCIARDI, CASTIGLIONI e TESTI, il quale ultimo si è scusato a motivo dell'attuale sua malattia d'occhi. Milano, dal palazzo del Senato 17 aprile 1814. Firmati come sopra.
Diana divorava le lacrime. Si sentiva messa in disparte, lei e la bimba; l'impresa di riconquistar suo marito, di ricuperare il posto ch'ell'aveva una volta presso di lui, quell'impresa che pur dianzi l'era parsa di così agevol riuscita la sgomentava ad un tratto come cosa irta di difficolt
Giunti alla sala da pranzo, trovammo la tavola imbandita. Il curato mi fe' sedere alla sua destra; uno dei due preti che avevo intraveduto alla messa fu invitato a porsi dall'altra parte, e gli altri presero posto come vollero. Eravamo otto commensali.
Alla fine, i voti della buona famiglia furono compiuti. I contadini del paesello e quei del contorno accorsero curiosi e festeggianti alla messa nuova del giovine prete che, con la dolcezza del costume e la semplicit
Sotto una rozza lapide sconnessa Dorme il vecchio curato del villaggio; Egli almen cogli offizii e colla messa Il nome a questa et
Durante quei racconti alle piume d'oro, ai profumi stupefacenti, Adriano si taceva, ed i colori si alternavano sul suo viso. Non osò questa volta dar la replica con le sue storie di seminario e con i suoi vagheggiamenti di non più lontano che l'anno scorso! sciorinarla da vescovo in una messa pontificale!
Il più vecchio di questi «soliti» è don Procolo, sopranominato nel quartiere anche il prete senz'anime, perchè non è addetto alla parocchia, ma vive d'incerti, sopra una piccola messa obbligatoria e su qualche candela, quando muore una persona di considerazione.
Appena giorno, raccomandato a Giulio di andare nuovamente in cerca di Ermanno, ella si era messa in carrozza, facendosi portare all'albergo. Nulla, a quell'ora, le parlava più per lei: una piet
Nessun può col cervello immaginare biscia, serpente, tigre o lionessa, che alla bizzarra possa somigliare, all'ultimo parlar della badessa. Perdio, pelate cominciò a gridare, ch'io sarò a pezzi, a spicchi, a quarti messa; se foste mille, non avrò paura: non mi terrete dentro a queste mura. E cominciava a correre alla porta. La badessa gridava: Suore, all'erta!
Io trovo ne' romanzi di que' tempi certe avventure magre da pidocchi e fatti da sbavigli e casi scempi di que' poeti, e lunghi un tirar d'occhi, che informavan quegli antichi esempi di battaglie, di giostre... Il tratto satirico è diretto a' novelli romanzi, ma particolarmente a quelli dell'abate Chiari. Stanza 34. Perocché prima di cantar la messa avea dato il manipolo a baciare...
Parola Del Giorno
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