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Fu bella cosa il vedere i votanti, ch'eran dugento al parlamento stati: novantanove certo poco avanti contrari ad Angelino erano andati; pur van tutti dugento allegri, ansanti, a casa del meschin che gli ha accettati; e ognuno si rallegra e ride e balla e giura: Io t'ho voluto con la palla.

190 E gittò il carco, perché si pensava che 'l suo Medoro il simil far dovesse: ma quel meschin, che 'l suo signor più amava, sopra le spalle sue tutto lo resse. L'altro con molta fretta se n'andava, come l'amico a paro o dietro avesse: se sapea di lasciarlo a quella sorte, mille aspettate avria, non ch'una morte.

121 E come egli aspettò, così gli avvenne; ch'al primo sdegno che tra loro nacque, senza suo ricercar, la balia venne il tutto a ricontargli, e nulla tacque. Lungo a dir fôra ciò che 'l cor sostenne, come la mente costernata giacque del giudice meschin, che fu oppresso, che stette per uscir fuor di se stesso: 122 e si dispose al fin, da l'ira vinto, morir, ma prima uccider la sua moglie; e che d'amendue i sangui un ferro tinto levassi lei di biasmo, e di doglie. Ne la citt

65 Tanacro, che non mira quanto importe ch'ella le nozze alla sua usanza faccia, le dice: Pur che 'l termine si scorte d'essere insieme, in questo si compiaccia. s'avede il meschin ch'essa la morte d'Olindro vendicar così procaccia, e la voglia ha in uno oggetto intensa, che sol di quello, e mai d'altro non pensa. 66 Avea seco Drusilla una sua vecchia, che seco presa, seco era rimasa.

Egli a Tomandro d'Ismael figliuolo percote la fronte a sommo il naso, Ch'ambe due le pupille in fiero duolo Furo condotte in repentino occaso, E quel meschin sul sanguinoso suolo Con la misera vita orbo rimaso Forte gridava, e per gli estremi uffici Chiamava a nome i combattuti amici.

Giulio da Milano, prete secolare, predicò nell'Engadina inferiore e fondò a Poschiavo una chiesa, di cui per trent'anni fu pastore . E attorno le chiese di Brusio, Ponteilla, Prada, Meschin, Piuro: ed ebbe successore Cesare Gaffuri francescano di Piacenza.

Mille e piú gabellier con mille trame, mostrandogli che il nero era turchino, e computi furbeschi e falso esame, esibendo un tributo piccolino, gli avevano usurpato il suo reame. Alle borse galluzza il bambolino: crede imperar nel regno, e l'ha venduto a mille re per un meschin tributo.

Va il meschin peregrinando, e si mette a dimandar:

65 Non morì quel meschin senza vendetta; ch'a quel medesmo tempo che fu colto, la spada, poco sua, menò di fretta; ed a Ruggier avria partito il volto, se gi

È il mare, il mare il campo di battaglia; Morti ci culla e ci porta alla sponda L'irrequieto palpito dell'onda. Il pigro no, meschin, il sonnecchiante Non l'incostante o il pazzo arrischi il mare, Ai vili resta il bere o l'affogare. Sempre arriva chi vuole, e sempre vuole Chi sull'antenna innalza una speranza E nel pensier di chi l'aspetta avanza.