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Aggiornato: 20 giugno 2025
Ti vestivi per uscire? le domandai, ancora impacciato, quasi peritoso, non sapendo che altro dimandare, volendo evitare il silenzio. Sì. Era di mattina; era di novembre. Ella stava in piedi, presso a un tavolo ornato di merletti su cui rilucevano sparse le innumerevoli minuterie moderne destinate alla cura della bellezza muliebre.
Non poteva, per esempio, vestirsi in nessun altro modo, che con una larghissima veste da camera, in lana, a pieghe profonde, serrata con un cordone dove avrebbero dovuto essere i fianchi: veste senza ornamenti, senza balze, monacale. Le erano inibiti la seta, il raso, il velluto che disegnano le forme; i merletti che ingrossano la persona.
Avevo bisogno di perdere la coscienza di vivere. Mi levai da sedere, ripreso dalla dolorosa rabbia della mia delusione, e mi misi a passeggiare agitato pel salotto, strizzando le mani, con l'immagine davanti agli occhi di quel mostricino mezzo affogato fra le trine della cuffietta e i merletti della bianca veste che Fausta aveva cucite con tanto amore, destinate a quell'altro, al desiderato, al non arrivato e che forse non sarebbe arrivato mai più!
Mia madre la sollevò con cautela, per non svegliarla, e me la presentò.... Un mostricino roseo, affogato fra le trine della cuffietta e dello scollo della veste, dalle cui maniche, ornate di merletti, venivano fuori due manine coi pugni chiusi, del color del sangue. I lineamenti sembravano fluidi, inconsistenti, quasi le carni non avessero ancora avuto tempo di raffermarsi.
Una sera a pranzo dalla contessa Lombardi, Filippo s'irritò sordamente incontrando Fausta gemmata come un idolo, coperta di merletti preziosi, superba.
Girai gli occhi; e rividi tra le dita di mia madre la cuffia in cui riluceva l'ago; rividi nella canestra tutti quei merletti leggèri e quei nastri rosei e cilestri che tremolavano al soffio del vento. Mi si strinse il cuore così forte che credetti mancare. Quanta tenerezza rivelavano le dita di mia madre sognante su quella gentile cosa bianca che doveva coprire il capo del figliuolo non mio!
Cristina, chiamata, non accorse immediatamente: e allora, donna Emma Lieti quasi si sospese al cordone del campanello giacché ella odiava esteticamente i bottoni elettrici non potendo sopportare l'aspettazione. Infine, la desiderata giunse, nel suo vestito nero, nel suo gran grembiule di batista bianca guarnito di merletti, e con la sua aria indifferente e stanca.
Ella era tutta vestita di bianco, tre giri di grosse perle al collo, merletti bianchi sullo strascico; ma aveva le scarpette d'oro come mademoiselle de Toulouse.
E il dottore, scostando un pochino i merletti della camicia di batista, applica l'orecchio sul seno abbondante della moglie del sottoprefetto. Ma, questa volta, il dottore ascolta sì a lungo, che la signora con gli occhi ammicca a suo marito, come per dirgli: Ma che cosa fa? mi pare che si fermi un po' più del necessario.
Negli intervalli esse rimangono silenziose, distratte, quasi stordite ed intanto guardano una bella figura di donna, tutta sola in un palco, la guardano sospirose d'invidia pel volto puro e bianco, per gli occhi ammaliatori, per l'abito di raso, ricco di merletti, pel fuoco liquido e freddo dei brillanti. Comprendete?
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