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Aggiornato: 3 maggio 2025
E poi? domandava il canonico Medulla. Dice che vuol piantare un vigneto da una parte rispondeva il sindaco e un giardino di agrumi dall'altra. E l'acqua? D'onde la caver
E appunto tre anni dopo l'arrivo dell'inglese a Settefonti, una bella sera di aprile si erano incontrati al Muraglione, il canonico Medulla e il sindaco con altri galantuomini del Casino. Ve lo dicevo, signor canonico? Costui ci dar
E la scena era stata assai diversa da quella che il Sindaco e gli altri avevano immaginato. La signora Kyllea rispondeva con un bel "Grazie" un po' gutturale; ma Miss Elsa, parlando col dottor Medulla, si esprimeva in un italiano che conservava appena qualche inflessione di accento straniero. Soltanto la cognata era rimasta zitta, salutando e ringraziando con rigidi cenni del capo.
Il rintocco argentino si sperdeva per la vallata, confuso con lo stormire delle fronde che ora riprendeva con più lunghi intervalli, quasi la vallata si addormentasse anch'essa come quei di lassù, a Settefonti, invitata dai rintocchi squillanti che venivano rallentandosi e poi cessavano a un tratto. Il canonico Medulla amava di star zitto giocando a tressetti; ma il notaio La Bella lo provocava.
Oh! esclamò miss Elsa, indignata. E perchè? Per niente signorina; perchè quel signore non ha altro da fare... e perchè... Il perchè lo so io, notaio lo interruppe Paolo Jenco che si mordeva le labbra, fremente. Adoprare un ragazzino per un atto così vile!... Non avrei mai creduto che il dottor Medulla fosse capace di questo! È un imbecille presuntuoso e vigliacco!
Afferrato improvvisamente per un braccio e colto alla sprovveduta da questa domanda di Paolo, il ragazzo si smarrì, e balbettò: Me l'ha detto... me l'ha detto... Nessuno me l'ha detto poi si corresse, accigliato. Chi te l'ha detto, sì? Non esser bugiardo Il dottor Medulla... confessò il ragazzo piagnucolando sotto la forte stretta della mano che lo aveva agguantato.
In ogni caso, si sarebbero fatti intendere coi gesti; e avevano riso anticipatamente della probabile scena muta, che il dottor Medulla, di umore allegro, aveva più volte accennato, facendo ora la parte loro, ora quella delle signore, mentre attendevano davanti al cancello. Don Pietro oramai lo chiamavano così riconosciutili da lontano, aveva sùbito ordinato ai cocchieri di fermare i cavalli.
Sentendo applaudire nella sala, anche la folla della piazza prese ad applaudire. Il canonico Medulla, che era in un negozio di droghiere in attesa del risultato, saputo com'erano andate le cose, fece una spallucciata sdegnosa: Si son lasciati mettere nel sacco! Con quell'imbecille di Sindaco!... Era da prevederlo!... Ora non manca altro che vi faccia diventare tutti protestanti!... Dio vi aiuti!
Le signore Kyllea erano arrivate nel pomeriggio del giovedì, e il Sindaco si era creduto in dovere di farsi trovare davanti al cancello per dar loro il saluto del paese di cui diventavano, più che ospiti, cittadine, e presentar loro tre bei mazzi di fiori. Si era fatto accompagnare da un Assessore e dal dottor Medulla, che aveva suggerito il galante pensiero di quei mazzi.
In casino, il dottor Medulla, fratello del canonico, tentava, con arte, di farlo parlare intorno ai progetti di coltivazione, per scoprire terreno, per vedere se doveva seguire il consiglio di suo fratello, di attendere fino all'ultimo prima di cedere la sua grillaia. Ma l'inglese era stato parco, molto parco, nelle risposte. Non so ancora... È una mia idea, forse sbagliata.
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