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Aggiornato: 11 luglio 2025
Se vi è per ogni persona nello stato di calma sicura una punta di crudele compiacenza dinnanzi allo spettacolo dell'ambascia altrui, la contessa di Verdara doveva trovare tanto più giusto che Massimiliana soffrisse, quanto più aveva sofferto lei stessa. Nondimeno, chinata sulla sua giovane amica, le prodigava dolci parole, carezze materne, senza osare di riconoscere quanta parte aveva in quella sua piet
Egli aveva parlato molto piano, con la stessa intonazione di prima, nell'attitudine in cui si trovava, fissando la mano bianca e diafana di Massimiliana.
Dove poteva essere andata? che cosa pensava di fare?... Se una risoluzione funesta?... Scesa rapidamente dal legno, era salita dalla viscontessa: l'aveva trovata nella stanza di Massimiliana, raggomitolata sopra una poltrona, tremante di freddo. «È venuta da lei...» le diceva la moribonda, «per l'amor di Dio, corra a trovarla, a salvarla...»
Col tempo, l'impressione si andò dileguando; ma la reazione determinatasi in lui lo mantenne lungamente sotto l'influenza di tristi pensieri. Se egli non tentava ora, dopo la scena della serra, di riparlare a Massimiliana della propria passione, era meno per obbedire alla promessa fattale che per il rinato sentimento della propria incapacit
Massimiliana aveva data quella risposta con un tono così evidente di contrariet
Lo spettacolo di quel dolore si faceva attristante. Rosalia di Verdara aveva dimenticato il proprio interesse che si giuocava in quella partita, per darsi tutta alle cure che lo stato della sua giovane amica richiedeva. Ella sentiva che nessuno di quei pretesti reggeva, comprendeva che sarebbe bastato insistere ancora un poco, perchè Massimiliana le dicesse tutto, le svelasse il secreto che la soffocava; ma la sua lealt
Aveva bisogno di correre, di fuggire, preso da una paura intollerabile, non fidandosi di sostenere un istante di più la vista di Massimiliana, temendo che nel prolungarsi di quell'incontro tutto sarebbe stato detto fra loro. Che cosa era dunque avvenuto? Nulla: uno sguardo, la ripetizione di una parola, un silenzio, un turbamento... nulla; ma le loro anime si erano intese; in quell'istante, egli aveva avuto il sentimento di penetrare nel pensiero di Massimiliana, di occuparlo tutto di sè, di essere unito a lei così intimamente come non era possibile più... Come era avvenuto?.. Egli ricostruiva la scena, rapidamente, dall'incontro con la carrozza di Giulio fino alla sosta dinanzi al rustico altare, e ciò che sopra tutto lo colpiva era la semplicit
Sul punto di vedersi abbandonata dalle proprie forze, Massimiliana non aveva neppur tentato di evitare quell'avvenimento di cui sentiva le minaccie. Una oppressione la vinceva in mezzo a quel risveglio primaverile, a quel rifiorire di tutta la natura: l'oppressione morale alla certezza che la sua fatalit
Tacque ad un tratto, per paura di mentire, di ricorrere, come aveva fatto con la contessa, a pretesti che avrebbero detto il contrario di ciò che ella voleva significare. E appunto in quelle parole, in quell'accento, Ermanno Raeli sentiva che il pensiero di Massimiliana non era intero, che quella risposta non era completa. Non era possibile che ella avesse ascoltato la sua confessione, con quell'ansia nel respiro, con quella fissit
Scorgendo dei sintomi di stanchezza nella signora d'Archenval, Rosalia di Verdara l'aveva fatta subito risalire in carrozza per raggiungere i due giovani lontani. Una sorda gelosia le era nata in cuore nel seguire le due figure di Massimiliana e di Ermanno procedenti l'uno a fianco dell'altra. Che cosa potevano dirsi?
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