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Aggiornato: 15 maggio 2025
"Non vi movete o siete morto" gridò con voce imperiosa uno della banda che avea apparenza di comando, e veramente inutile sarebbe stata la resistenza d'un solo e inerme contro quattro armati e di quella specie! Manlio rimase immobile sulla banchina ove era salito.
Non rifarò il processo; non vi racconterò nemmeno per quali inevitabili circostanze il segreto dello stato anormale della giovine venne scoperto. Scandalo enorme! Manlio Brozzi ne fu atterrito. Soltanto la giovane rimaneva sempre inconsapevole, credendo a una malattia che poi non la faceva molto soffrire.
Vane furono le rimostranze delle donne, e Manlio sdegnando di supplicare il birro, incamminossi di lì a poco colla tristissima compagnia.
Manlio, il nocchiero della Contessa, che tale si stimava, avendola servita in ogni circostanza e sin da bambina, aveala prevenuta della tempesta e del pericolo, ma siccome è solito negli uomini coraggiosi di ripugnare nel mostrar paura, così il valoroso nauta mordevasi le labbra, ma non ardiva più consigliare la distratta signora.
"Sì fuggito ripeteva il chercuto indovinando l'effetto prodotto da quella parola sull'animo di Clelia, però badate, niuno può fuggire dalla spada della giustizia! e Manlio cadr
2º Manlio, dittatore, facendo decapitare in sua presenza il valoroso suo figlio vincitore d'un gigante latino che avea sfidato a pugna singolare i migliori dell'Esercito Romano, perchè avea trasgredito il divieto dittatoriale di non uscire dalle fila.
Eran le nove del mattino quando S. Eminenza il cardinale Procopio, ministro di Stato, fu avvisato dal Questore del Quirinale della fuga di Manlio e del modo violento con cui era stato sottratto. La furia del prelato fu somma.
"Ecco qui" diceva Aurelia, "il nostro amico Cassio, cui ho parlato dell'affare, ha scritta questa supplica in carta bollata per chiedere al Cardinale-Ministro la liberazione di Manlio. Egli mi disse che voi dovete sottoscriverla e per maggiore sicurezza presentarla voi stessa all'Eminenza".
Ma torniamo indietro al nostro racconto, Una sera dei primi di marzo in una stanzuccia sul di dietro della casa di Manlio in Trastevere s'eran riuniti, Attilio, Muzio e Silvio per conferire sul da farsi.
Giulia, tornata nella terra natale, continuò le sue affettouse cure alla nuova famiglia alla quale non tardarono a riunirsi Manlio e Silvia rimasti fino allora nella Solitaria e giurò che non tornerebbe tra questo popolo infelice se non quando Roma, libera dalla peste pretina, le permetterebbe d'innalzare un monumento al diletto del suo cuore ed ai suoi eroici compagni.
Parola Del Giorno
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