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Al fiume Velino comincia pure la linea centrale trasversale che divide in due parti l'altipiano abruzzese, separando così le acque del Velino e dell'Aterno da quelle del Salto. Di qui la linea piega più a mezzodì, racchiudendo col piano di Sulmona e le ultime pendici della Maiella l'altipiano delle Cinque Miglia, per finire sul Sangro a Castel di Sangro.

Ricordava senza precisione certo aggrovigliamento di rami e di fronde, una fiorita stesa di piano, un gran pezzo di cielo azzurro niente più. L'adozione era stata larga di cure e, dapprima, dolce fu la prigione. E come se fosse stato a San Pietro a Maiella, il canarino diventò un cantore elegantissimo, una specie di tenorino di grazia.

Un altro figlio diretto del medioevo leva la sua ombra sulla Maiella: Cola di Rienzo, l'ultimo tribuno di Roma, in esilio, e non più vestito di broccato e di seta bianca, ma nella cella di quei Celestini che il papa-eremita aveva fondato. Anch'egli fu dunque un eremita della Maiella, cinquant'anni dopo Celestino. Dopo la sua cacciata dal Campidoglio, andò errabondo nel napoletano, e si rifugiò poi in queste solitudini, visse cogli eremiti, assorto in meditazioni sulla riforma universale, alla quale si credeva chiamato. Di l

I monti della Maiella appaiono ad occidente. Eppure è sempre il monte Velino quello che attira su di l'attenzione dello spettatore; anche se si è volto altrove lo sguardo, bisogna riportarlo su di esso, tanto appare mirabile per la sua adamantina figura. Sembra che non riceva luce dal cielo, ma che risplenda di luce propria ed illumini i monti, il lago ed i piani.

Un'altra figura storica, lontana da quella di Ovidio, come la notte dal giorno, come può esserlo un ascetico santo da un sereno pagano, ci apparisce dietro Sulmona, e riempie delle fantastiche memorie medioevali l'azzurro leggermente nevoso della Maiella. Da quelle grotte un timido montanaro eremita fu sbalzato d'un tratto sul trono pontificio: Celestino V, predecessore di Bonifacio. In S. Maria di Collemaggio presso Aquila, dove egli fu condotto da re Carlo di Napoli per esservi incoronato, egli giace sepolto; ed io visitai l