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Aggiornato: 31 maggio 2025


Questo desiderio vago di tutte le coscienze d'allora, acuito dalle sofferenze della politica interna e dal risveglio della coltura classica, diventa in Macchiavelli passione. Artista della politica, porta la propria anima in una politica che fatalmente non poteva avere coscienza: pare la fusione dell'assurdo e invece è la fusione della vita. Il suo libro che dovr

E questo è un doppio errore del Macchiavelli, poichè i Romani furono un popolo pochissimo religioso e l'Italia non fu mai nazione nemmeno sotto di loro, durante la repubblica perchè non ancora unificata, nella monarchia perchè spezzata poi in provincie.

Secondo Macchiavelli la religione fu causa precipua della grandezza dei Romani, non per il suo contenuto, ma per avere conservato buono il costume; così la corruzione della religione cristiana organizzando la Chiesa a Stato diventò invece la vera cagione per la quale l'Italia non si potè mai riunire in nazione.

Il concetto scientifico informatore di questi Discorsi, così evidente per il Villari che nullameno ha dimenticato di dichiararlo, non si vede. Se il Macchiavelli avesse avuto un vero temperamento di scienziato, si sarebbe anzitutto preoccupato della forma e del metodo del suo libro: se il suo ingegno avesse posseduto un'idea originale, avrebbe intorno ad esso raggruppati tutti i fatti e li avrebbe con essa interpretati. Ora l'idea originale gli manca come storico, critico e politico. Dopo l'immenso monumento della Politica di Aristotile, nella quale lo Stato è concepito ed esaminato nella molteplice unit

Il risorgimento sfuggì al Macchiavelli. Predilesse la repubblica quando diventava impossibile, credè al Valentino che era l'ultima espressione del principe fuso col condottiero, sognò la milizia quando cessava la patria, lo Stato mentre mancava ancora la nazione, offrì ai Governi futuri la politica dei Governi passati, non s'accorse che la religione stava per rinnovarsi, il diritto per prodursi, la libert

Poichè di ogni uomo, per quanto grande, una parte muore, quale è dunque nell'opera del Macchiavelli quella che rimane? I suoi Discorsi hanno davvero fondato la scienza storica, il suo Principe stabilito la scienza politica, le sue Storie iniziato il metodo storico? Lo si è affermato molte volte, ma nessuno de' suoi più ferventi ammiratori è riuscito a provarlo.

L'azione della Mandragola che par suggerita da un fatto avvenuto a Firenze, ha luogo nel 1504 ma fu scritta nel 1512 ai giorni meno lieti del Macchiavelli: questa circostanza rivela sempre più l'animo dell'autore, che poteva consolarsi di un insuccesso politico con una commedia. Infatti così accenna nel prologo. Il fatto si racconta in due parole.

I pesci dell'Adriatico passeranno un giorno sulla via Emilia come vi passarono le legioni di Cesare e di Napoleone? La strada si rifiuta forse a conservare ogni orma di viandante, perchè destinata a discendere per sempre sotto il mare, le orme umane non apprenderebbero nulla ai viventi di laggiù? Forse! Che cosa pensi tu dunque del Macchiavelli?

Singolare per acume di buon senso è il Dialogo sulla lingua, che se non profetizza tutta la scienza filologica come vorrebbe il Villari, è nullameno la più notevole scrittura di tale argomento per allora. La battaglia di Pavia richiamò sulla scena politica Macchiavelli.

E i papi riuscirono, e Dante, Moroni e Macchiavelli che pensarono e patirono per la unit

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