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Aggiornato: 27 giugno 2025
Erano stati quelli i miei migliori giorni! A traverso le agitate febbrili letture nelle quali m'ero sprofondato, la mia fantasia s'era eccitata; era tornata fervida ed agile.
Appena discesa si guardò attorno come per cercare qualcheduno; essendo miope non si accorse di me, che m'ero tenuto alquanto discosto. Poi la vidi entrare colle altre signore nella sala di 2^a classe. Pochi minuti dopo vi entrai io pure. Le compagne di Violet ridevano discorrendo col loro cavaliere, un uomo maturo, di qualcheduno che si faceva aspettare.
Erano chiacchiere fatte tra noi donne, ed io credevo che non ci avessero neanche ombra di fondamento, perchè dopo quel discorso avevo incominciato a fare un po' di guardia e non m'ero avveduta di nulla. Il giovanotto non veniva neanche più a sedersi sulla terrazza. Oh, per questo, non dubitate, dev'essere un uomo dabbene.
Avevo torno torno a tutte le pareti, in tanti colombarii, una eccelsa necropoli di libri teologici: spirituale conforto per cui m'ero chiuso lì, in campagna, a prepararmi pel regno dei cieli almanco un volumaccio ed una penna di dottore, giacchè fino alla graticola di san Lorenzo o al sasso di santo Stefano non avevo coraggio di arrivare colla virtù del desiderio. E dovevo sgobbare....
Ma io ero eccitata dalla parte drammatica che m'ero imposta; e poi avevo realmente bisogno d'essere incoraggiata, ed accettai quell'atto amichevole senza esaminarlo punto. « Debbo andar lontano, Gualfardo, continuai cogli occhi a terra, perchè non posso più essere vostra fidanzata. Non lo sono più... «Un'altra stretta di mano, più energica della prima.
Ricordo che in uno di essi m'ero appropriato un noto verso dantesco, voltandolo in dialetto: Donni ca aviti 'ntillettu d'amuri.
Io m'ero ancora sforzato di comprimere e soffocare il traboccante affanno; col cuore attanagliato avevo ancora sorriso: avevo sostenuto impassibile la tortura di que' lunghi silenzi carichi di cose oscure, malaugurose, schiaccianti. Ma un mattino ch'egli era uscito dicendo a Giuseppe che tornerebbe solo per mezzodì, m'ero risoluto ad un passo estremo.
Va pure mormorai. E mi parve di rispondere, freddamente, a quel che egli non aveva il coraggio di dirmi. Senti disse lui, decidendosi Ho un'ora. Il tempo per pigliare un boccone assieme. Vieni? No. Non ho fame. Non vieni? No. Hai mangiato? Ho mangiato. No, non è vero... Voglio dormire. Sono stanco. Vi fu un silenzio. Buon viaggio soggiunsi Buona fortuna... M'ero levato.
Per meglio dire, ci avevo pensato e avevo scelto il cavalleresco signor Andrea Grossmann di Wiesbaden, antico mio professore in Italia e reduce in patria dopo il 1866, ma in questo precipizio di cose m'ero affatto dimenticato di lui. Presi certo un'aria molto desolata perchè la signora si affrettò ridendo a dirmi che ci aveva pensato suo marito, il testimonio di Violet.
La compagnia di Laura m'era quindi uggiosa; non riuscivo a comprendere perchè in altri tempi mi fosse ella piaciuta. Osservandola bene, durante il primo rivederci e nei giorni successivi, m'ero persuaso che Laura era fibra da tradir uomini e donne colla stessa facilit
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