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Aggiornato: 1 maggio 2025


I Pusterla, ricchissimi non meno di terreni che di capitali, ne aveano investiti dei grossissimi sulle banche dei Lombardi, dei Lucchesi, dei Fiorentini a Parigi. Ora venivano a grand'uopo a Franciscolo per ristorarlo dei beni confiscatigli in patria, e apprestargli il modo di potere, sopra la terra straniera comparire, non solamente col decoro conveniente alla grandezza di sua famiglia, ma col lusso ancora che la sua vanit

In que' sei mesi si eran maneggiate meglio che 36 mille once, ritratte da varie partite, tra le quali sono notevoli: once 10,175 di tasse straordinarie, once 16,319 per decime pagate dal papa e da mercatanti lucchesi, once 500 prestate del suo dal cardinal Gherardo, once 695 da mercatanti romani a usura, che sono per l'argento impegnato come nel docum.

Che anzi per tutta risposta atteser di subito a creare il nuovo capitan generale: e questi fu quel Don Diego della Ratta maliscalco del duca, per più allettarlo a rimanervi co’ suoi: e fu dei Lucchesi Maroello marchese Malaspina; e dei Fiorentini messer Cante de’ Gabbrielli d’Agobbio.

Il Pusterla girava gli occhi per l'orizzonte, cercando una nube, una vela, un qualunque oggetto ove aggrapparsi con un resto di speranza, e non vedea nulla: gli alzava verso la Meloria, verso quelle coste d'Italia che di tanto desiderio avea desiderate, verso i monti lucchesi... Per vederli da lontanissimo, o piuttosto per indovinarli, s'era tante volte arrampicato sui più erti picchi di Francia, stando ad osservarli col mesto tripudio d'un ritorno più ambito che sperato.

Non erano scorsi che pochi giorni, quando le milizie catalane, lucchesi e fiorentine, congiunte alle altre, dal lato di settentrione della citt

La prima cosa che fecero que’ rettori fu di partirsi fra loro, Fiorentini e Lucchesi, tutto il contado, e non lasciare alla citt

Chi non lo lesse e discusse per le offese che nella passeggiata della Marina si scambiarono il Duca Lucchesi, primogenito del Principe di Campofranco, ed il Duca di Villafiorita Gioacchino Burgio?

La storia non è finita: a brevi intervalli, altre feste vengono date da Placido Notarbartolo Duca di Villarosa, da Giovanni Oneto Duca di Sperlinga nella sua villa suburbana di Malaspina, e da Antonio Lucchesi Palli Principe di Campofranco, Capitano della real Guardia degli alabardieri, dentro il Palazzo del Vicerè.

Non appena a Firenze s’intese da’ Guelfi che il papa era morto, e che i cardinali erano molto discordi per la nuova elezione; facendo assegnamento sul tempo che, durante il conclave, avrebbero avuto, nel quale sarebber tornati a intraversare i loro disegni; fu allora che stabilirono insieme co’ Lucchesi di portar la guerra a Pistoia, di porvi l’assedio, dipartirsi finchè in poter loro non fosse caduta.

E ciò perchè troppo gli stava a cuore di tenersi devoto al pontefice, da cui dipendeva la collazione della corona di Napoli, e che difatti, per la morte del padre, ricevette dal papa tre anni dopo. Al tempo stesso fu riferito che i Fiorentini e i Lucchesi con tutte le milizie del duca, nulla curando le censure papali, vi si erano rifiutati.

Parola Del Giorno

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