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Il conte provò quasi della sorpresa, udendo rispondersi subito che si poteva dargli notizie certissime di colui, che cercava. Era abituato alle noje, ai disinganni; tante ne aveva subite, tanti provati durante il suo viaggio, che gli sembrava impossibile non incontrarne anche questa volta. Fu in una bella locanda, ove alloggiava, che interrogò l'amico di Federico.

Poi fece ancora quattro o cinque altri passi e sparì anch'ella in un palazzetto a una delle cui finestre del primo piano penzolava, sbattuta dal vento, la tarlata insegna d'una locanda. Ascese la scala a tentoni. Non v'era lume; ma ella conosceva il numero dei gradini e il posto della porticina. A quella picchiò due volte, colla mano spiegata. Viene... fece di dentro una rauca voce maschile.

Diamo un'occhiata in giro, e vediamo un'insegna. Il titolo "Albergo della Posta" prometterebbe la prima locanda del paese; ma le piccole finestre e la povera apparenza dello stabile, non ci lasciano sperar bene. Scovo più in l

«A Terranova, il posto più vicino a Malta (racconta quest’ultimo), dovemmo stare dai Francescani; a Taormina, dove è il più splendido teatro antico ed uno dei più bei panorami, ai Cappuccini. Quivi fui messo insieme con un ricco americano lasciandosi il nostro discreto seguito a bussare per oltre mezz’ora senza aprirglisi; tanto che dovette andare da un calzolaio, nella seconda ordinaria locanda di quella citt

Quel nome di osteria faceva ribrezzo anche a don Pio e non poteva pronunziarlo. E dove? domandò la principessa, alzando in volto al marito due occhi piccoli e fieri. Da Muzio Scevola. E che luogo è? Una locanda, dove mi danno una cena elettorale. Non ci vengo.

Finalmente nella locanda di un paesello trovò una specie di mulattiere che acconsentì ad essergli di guida sino a Chieti, ove del resto doveva recarsi egualmente per commissione dei padri cappuccini, che lo impiegavano sposso.

Se ciò fosse?... Ed egli, che poco prima si era proposto di non voler più sperare, si lusingò ancora:... chè nuovi avvenimenti, nuove congetture gli erano balenate dinanzi a rischiarargli l'orizzonte sconosciuto. Appena ritornato alla locanda, il cavaliere di Malta ordinò ad Antonio di sellare i cavalli, che avevano fatto quel giorno poche leghe.

Si propose partire subito, chè gli conveniva affrettarsi; benchè una specie d'afa pesante lo avvolgesse, sembrasse inchiodarlo ove si trovava, lo condannasse all'inerzia. Malgrado di ciò, poco dopo con passo fermo, pallido ma risoluto escì dalla locanda. Si diresse verso il porto. La sua nave l'attendeva.

Circa cinquanta posti erano preparati, con quel lusso che nelle odierne locande si suole spiegare. Verso l'istessa ora, una carrozza a quattro cavalli giungeva alla porta della locanda, e vi scendeva una donna in abito da viaggio, che alla sveltezza del passo e alla scioltezza d'ogni movimento si scorgeva essere giovane.

Arrivai alla Locanda della Luna, e dopo essermi fatto annunziare dal cameriere, passai in un salotto, dove, intorno ad un tavolino nel quale erano varie bottiglie stappate se ne stavano a chiacchiera tre o quattro individui che formavano una specie di stato Maggiore del Colonnello Perelli. Con mia gran meraviglia vidi tra loro una giovine donna.