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Aggiornato: 24 giugno 2025


Tu non conosci ancora, buono uomo, la rabbia d'una adirata ed orgogliosa donna, la quale tengasi da qualcuno oltraggiata e sprezzata. TRIPERUNO. Qual bene o male posso io sperare o temere da questa larva o volsi dire Laura? LIMERNO. Voglia pur Iddio che tu non ne faccia veruna isperienza!

LIMERNO. O dolce, o soave mattezza di questo tenero Cupidine, lo quale di tanta virtude si rende ne gli amanti cagione!

MERLINO. Dimmi adonca, Limerno Pitocco, per qual cagione tu ti mostri ora tanto schivo e ritroso d'udir nominare quella cosa con cui lordamente hai sconcacato quel tuo Orlandino? LIMERNO. Da te solo ne tolsi lo esempio, Merlino. MERLINO. E dove? LIMERNO. Ne la quinta fantasia del tuo volume.

LIMERNO. Dirotti la veritade, o Triperuno: questi capoversi, non usati mai da valentuomo veruno, poco a me sono aggradevoli e a gli altri sodisfacevoli, imperocché altro non vi si trova se non durezza di senso ed un impazzire di cervello. Ma ragionamo d'un'altra cosa di assai piú importanza di questa. Confessati meco, e non vi aver un minimo risguardo.

FÚLICA. Causa non pur importante, ma importantissima, mi driccia a te, Limerno mio, acciò che con gli altri toi simili omai da questo mortal sonno vi svegliáti.

LIMERNO. Via piú asinale. MERLINO. Da quanto tempo in qua sei tu cosí delicato e schivoso devenuto? non ti fai, se mi rammento bene, chiamar Limerno? LIMERNO. Limerno son per certo. MERLINO. Limerno Pitocco? LIMERNO. Io son pur desso.

CORONA. Potrebbe forse pentirsene, credilo a me. PAOLA. Di che? CORONA. Dir tanto male. PAOLA. Anzi solamente si dole che non pur Merlino, ma Limerno compose cosí precipitosamente che li stampatori non poteano supplire a l'abbondanzia e copia de' suoi versi; laonde pargli un errore grandissimo non aver servato lo precetto oraziano.

CORONA. Anzi, piú de li tristi e disonesti che de li boni. PAOLA. Or basta: non sai che 'n doi mesi, e non piú, sotto il titolo di Limerno l'ha composto? CORONA. E' viemmi detto che, tutto a un tempo che lo componeva, eragli rubato da gli impressori. PAOLA. Cotesto è piú che vero; ché ove interviene stimulo di sdegno, spizziano versi senza alcun ritegno.

E sotto specie di loro succedono le tre donne di tre etadi e di tre fogge di parentela , da le quali derivano li tre prolissi argomenti , ciascuno di loro in tre parti diviso . Noi siamo poi di tre nomi: MERLINO, LIMERNO, FÚLICA. Tre parole de titolo. Tre folenghe. Tre donne. Tre etadi. Tre fogge di parentado. Tre argomenti. Tre parti d'ogni argomento. Tre nomi.

LIMERNO. Anzi tu vivi allora sol per mangiare, e questa è vita bestiale. MERLINO. Va' al diavolo! Vivi tu forse senza mangiare? LIMERNO. Ben mangio, ma sol per vivere. MERLINO. Ed io vivo per mangiare. LIMERNO. Grandissima differenzia è cotesta. MERLINO. Anzi è una istessa cosa, ma non la comprendi. LIMERNO. Ben io la conosco, ché assai ti fôra meglio mangiare per vivere che vivere per mangiare.

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