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Aggiornato: 18 giugno 2025
Averroi. Leggiamo nel Genesi che la verga, la quale teneva Mosé in mano, d'uno legno, per divina potenza, divenne uno serpente e ritornò poi di serpente ne la sua primiera forma. Ecco chiaramente veggiamo che puote Egli le spezie mutare e le forme de le nature de le cose, sí come colui nel cui arbitrio è dare e tôrre ogni essere ed ogni vita ed ogni intelletto.
Donna Luisa incomincia: Orsù, io mi accorgo che questa sera domina fra noi lo umore taciturno: prendiamo l'Orlando furioso, e proviamo sollevarci lo spirito con qualcheduna di coteste maravigliose fantasie. Io per me l'ho a noia per quel suo costume piuttosto discolo che facile, notò Beatrice; e per di più non mi garba quel fare leggiero: leggiamo invece, se vi piace, la Gerusalemme liberata.
Noi tutti non leggiamo altro che la Campana! è il nostro vangelo! Che splendido giornale! io sono così abbonato che non cesserò mai di abbonarmi finchè non sarò abbo.... morto. Ma perchè.... perchè non fa cinque o sei campane il giorno?
Come? Lascia fare al tuo vecchio Brinda... Noi vecchi leggiamo nell'avvenire meglio di voi altri giovani, troppo inconsiderati... Raccomando la prudenza a te, a Lina, a Roberto quando verr
Ma intanto, seguitò, volgendosi al Passano, eccoti qui un oste del Rupinaro, che tu hai saltato nella tua rassegna stradale. Non l'ho saltato; rispose il Passano. Ho solamente risposto di sì a tutti i nomi che Voi dicevate. E perchè non ho detto quello, tu l'hai taciuto, manigoldo? Ma leggiamo questa lettera, che dovrebb'essere la seconda ai Corinzii.
Né si può dire che nascesse tra feltro e feltro, cioè di vile nazione: egli fu figliuolo del Re del cielo e della terra, e della Vergine, che era di reale progenie. E se dire volessono: ella era povera; la povertá non è vizio, e perciò non ha a imporre viltá nel suggetto; percioché noi leggiamo di molti essere stati delle sustanze temporali poverissimi, e ricchissimi di virtú e di santitá.
Il che ci è, oltre alla continua esperienza, per la divina Scrittura mostrato, nella quale leggiamo: «Omnes morimur et quasi aquae dilabimur in terram, quae non revertuntur». Sono, oltre a ciò, i fiumi, quando per abbondanza d'acque e quando per forza di venti, tempestosi.
Ora leggiamo annunziato ne' giornali con vanto, come in Transilvania nella citt
Leggiamo la lettera! disse Gino, dopo aver fatte, in due o tre o giri per la sua camera, tutte queste considerazioni melanconiche. E vediamo chi l'ha scritta. Forse è Polissena, che ha trovato il modo di mandarmi una parola di conforto. Cavò di tasca il foglio, che era suggellato, ma non portava soprascritta.
Parola Del Giorno
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