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Aggiornato: 11 maggio 2025
Queste notizie che leggevamo sui giornali erano tante stilettate per noi; gi
Facevamo ogni sera lunghe letture confacenti allo stato dell'animo. Leggevamo dei romanzi nei quali la vita era una burrasca, e l'amore trovava ogni sorta d'ostacoli per giungere al suo scopo; il confronto colla tranquilla esistenza, che sorrideva ai nostri voti, accresceva il valore di quella pacifica condizione, che ci rendeva tanto facile ciò che a personaggi eroici costava sforzi inauditi.
che in dialetto diventano: «venga al suo ritorno la tremarella al sole». Il passo di Dante, in cui Paolo e Francesca narrano che leggevano la storia di Lancillotto e di Ginevra, fu tradotto «noi leggevamo un giorno la bella storia di Chiarina e di Tamante» che è una canzone côrsa, diffusa per tutta Italia, e che si vende, stampata su foglio volante, su tutti i muriccioli. «Che cosa direbbero mai Dante e Silvio Pellico, domandai a un mio vicino, se potessero vedere la loro favola ridotta a questo modo, su queste scene?». Il vicino mi fissò meravigliato e quando parve avesse capito il mio pensiero: «Eh, rispose, si vuol ridere!» E invero, ho vedute poche cose più ridicole della scena, in cui Lanciotto uccide Paolo e Francesca; nella quale mentre sono entrambi gi
Sotto le mura di Roma cadevano ogni giorno le vittime a centinaia; le palle dei Chasseurs de Vincennes colpivano i petti dei militi generosi, che pieni di giovinezza e di vita, bivaccavano sui baluardi assediati; e noi con occhio asciutto leggevamo ogni giorno il bollettino dei morti e dei feriti, fra il pranzo ed il caffè, indifferenti spettatori di quella sanguinosa tragedia per cui il Tevere scorse parecchi mesi vermiglio.
Ah, le letture insieme!... Noi leggevamo un giorno!... Dovevi immaginare dove saresti andato a finire. Si trattava, per me, di un po' di esercizio di inglese... e di nient'altro.
«Ah! tu almeno t'arresti quando chiamo, E fai silenzio a queste mie parole. Odon le piante. Mentre leggevamo Nel tuo pensier che ignora ciò che vuole E che per false strade si disperde, Ridemmo, chè sei cieco innanzi al sole. Bello risplende delle frondi il verde Sull'azzurro del cielo, e altero è il fiore, E in vani sogni il tuo pensier si perde,
Quando sedeva su l’orlo della mia coltre, Odette, nelle sere dell’inverno, ed i suoi braccialetti, brillando, si premevan nel mio guanciale profumato, noi parlavamo a lungo, sottovoce, di cose veramente colpevoli, o tremando, bocca su bocca, leggevamo qualche storia d’amore. Presso il mio capezzale stava sempre un vecchio libro di preghiere.
Parola Del Giorno
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