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Ma perché dunque il faceva? però che egli era stato el maggiore e avevali notricati nelle miserie nelle quali egli era vissuto, che egli era cagione della dannazione loro. Per la quale cagione se ne vedeva seguitare pena, giognendo eglino al crociato tormento, con lui insieme, dove sempre in odio si rodono, perché ne l'odio finí la vita loro. De la gloria de' beati.

L'amo tremendamente, ma nel medesimo tempo l'odio ferocemente. E dunque che volete fare? Innanzi a tutto bisogna che abbia in mano uno dei due, meglio se avrò prima Abd-el-Kerim. Abd-el-Kerim! esclamò Takir sorpreso. E per che farne? Una volta in mia mano penseremo a strappargli quella passione che ha per Fathma e a gettarlo nelle braccia di mia sorella. Coi tormenti a tutto si riesce.

21 Al pagan la proposta non dispiacque: così fu differita la tenzone; e tal tregua tra lor subito nacque, l'odio e l'ira va in oblivione, che 'l pagano al partir da le fresche acque non lasciò a piedi il buon figliuol d'Amone: con preghi invita, ed al fin toglie in groppa, e per l'orme d'Angelica galoppa.

El quale sdegno e scandalo discosta l'anima da me e impedisce la perfeczione, e in alcuno tolle la grazia, piú e meno secondo la gravezza dello sdegno e de l'odio conceputo nel proximo per lo suo giudicio. In contrario riceve l'anima che giudicará la volontá mia, come decto t'ho.

40 E dice: Se quel , Ruggier, ch'offeso fu il campo mio dal valor tuo stupendo, ancor ch'io t'avea in odio, avessi inteso che tu fossi Ruggier, come ora intendo; così la tua virtù m'avrebbe preso, come fece anco allor, non lo sapendo; e così spinto dal cor l'odio, e tosto questo amor ch'io ti porto, v'avria posto.

33 Io per l'odio non , che grave porto a lui e a tutta la sua iniqua schiatta, il qual m'ha dui fratelli e 'l padre morto, saccheggiata la patria, arsa e disfatta; come perché a colui non vo' far torto, a cui gi

Che valore ha l'altruismo di Romolo Pieri, se il più immediato dei risultati di esso è la distruzione della famiglia; il dolore e la disperazione seminati attorno; il vizio, la corruzione, l'odio, la morte di coloro che, prima di tutti gli altri, avrebbero dovuto trarne beneficio?

Vero è che, se avessero voluto, ne sarebbero esciti mediante la mia divina grazia nel tempo che essi erano liberi, non obstante ch'Io dicesse essere infinito: infinito è in quanto l'affecto è essere de l'anima, ma none l'odio e l'amore che fusse ne l'anima; ché, mentre che sète in questa vita, potete amare e odiare, secondo che è di vostro piacere.

Non così, per altro, egli avrebbe potuto comportarsi alla seccatura più grossa: la guerra che faceva alla Cisalpina quel maledetto boemo "trasudante col sudiciume, i milioni e le canagliate!" Col Kloss non si può scherzare! E si trattava appunto di Francesco Kloss, e l'odio, la guerra che gli faceva il Kloss, egli la metteva in conto di un altro regalo che gli venisse da Nora.

TRIPERUNO. Voi giocate, maestro mio, sovente al mutolo in questo sonetto. LIMERNO. Fu sempre lodevole. TRIPERUNO. Che cosa? LIMERNO. La veritá... TRIPERUNO. Confessare? LIMERNO. Anzi tacere. TRIPERUNO. La cagione? LIMERNO. Per scampar l'odio. TRIPERUNO. Di poco momento è questo odio, se non vi susseguisse la persecuzione. LIMERNO. Però lo freno fu trovato per la bocca.