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Aggiornato: 10 giugno 2025
Ma le corna della tua superbia t'hanno percosso dentro ne l'occhio de l'intellecto la pupilla della sanctissima fede, e hai perduto el lume, e però non vedi in quanta miseria tu stai.
Alora quella anima, come ebbra veramente, pareva fuore di sé, e, alienati e' sentimenti del corpo suo, per l'unione de l'amore che facta aveva nel Creatore suo, levata la mente e specolando nella Veritá etterna con l'occhio de l'intellecto suo, avendo cognosciuta la veritá, s'era innamorata della veritá, e diceva: O somma ed etterna bontá di Dio, e chi so' io, miserabile, che tu, sommo ed etterno Padre, hai manifestata a me la veritá tua e gli occulti inganni del dimonio; e lo 'nganno del proprio sentimento, che io e gli altri potiamo ricevere in questa vita della perregrinazione, acciò che io non sia ingannata né dal dimonio né da me medesima?
E perché tu non l'hai facto, ne se' ripreso; e per maggiore tua pena e confusione hai dinanzi a la coscienzia e al lume de l'intellecto quello che tu hai facto, che non dovevi fare, e quello che tu dovevi fare, che tu non hai facto.
E quando e' pensieri, per illusione del dimonio, gli abbondano in cella, non si pone a sedere nel lecto della negligenzia, abbracciando l'ozio, né vuole investigare per ragione le cogitazioni del cuore, né i suoi pareri: ma fugge l'ozio, levando sé sopra di sé con odio sopra el sentimento sensitivo, e con vera umilitá e pazienzia a portare le fadighe che sente nella mente sua; resiste con la vigilia e umile orazione, veghiando l'occhio de l'intellecto suo in me, vedendo col lume della fede che Io so' suo subvenitore, e che Io posso, so e voglio subvenirlo; apro le braccia della mia benignitá, e però gli li permecto perché sia piú sollicito a fugire da sé e venire a me.
Con esso lume amano me, perché l'amore va dietro a l'intellecto, e quanto piú cognosce, piú ama, e quanto piú ama, piú cognosce. Cosí l'uno nutrica l'altro. Con questo lume giongono a l'etterna mia visione, dove veggono e gustano me in veritá, separata l'anima dal corpo, sí come Io ti dixi quando ti contiai della beatitudine che l'anima riceveva in me.
E prima, del lume generale. Alora Dio etterno, dilectandosi della sete e fame di quella anima e della schiectezza del cuore e del desiderio suo con che ella dimandava di volerli servire, volse l'occhio della pietá e misericordia sua verso di lei, dicendo: O dilectissima, o carissima, o dolce figliuola e sposa mia, leva te sopra di te e apre l'occhio de l'intellecto a vedere me, bontá infinita, e l'amore ineffabile che Io ho a te e agli altri servi miei.
Ed apre l'orecchia del sentimento del desiderio tuo, però che altrementi, se tu non vedessi, non potresti udire: cioè che l'anima, che non vede con l'occhio de l'intellecto suo ne l'obiecto della mia Veritá, non può udire né cognoscere la mia veritá.
Parola Del Giorno
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