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Ma ratto a quel pregar per via spedita Trasvola inestimabile fulgore, E de l'eterno Re s'inchina al piede, E sovra i suoi desir grazia gli chiede.

Saranno per avventura di quegli che laudevole diranno cotal consiglio; e questo avverrá perché non considereranno quanto pericolo porti lo spegnere il fuoco temporal con l'eterno.

3 S'in poter fosse stato Orlando pare all'Eleusina dea, come in disio, non avria, per Angelica cercare, lasciato o selva o campo o stagno o rio o valle o monte o piano o terra o mare, il cielo e 'l fondo de l'eterno oblio; ma poi che 'l carro e i draghi non avea, la gìa cercando al meglio che potea.

Bisogna, capite? bisogna che l'anima lanci il corpo in fiamme, come un brulotto, contro il nemico, l'eterno nemico che si dovrebbe inventare se non esistesse!....

La bellezza della duchessa d'Eleda aveva raggiunto allora quasi la perfezione, e quel poco che le mancava per esser perfetta, ne accresceva la grazia. Era una bellezza che parlava ai sensi e al cuore; grande, bionda, pallida, l'eterno femminino di Goethe aveva in lei la sua espressione più viva, e la formosit

Vergine bella, che sul Nilo a vôto Facesti uscir de l'altrui senno i pregi, Ed a l'eterno Dio serbasti il voto Tra le minacce di superbi Regi, Questa vergine guarda, ed io devoto Tue Chiese adornerò d'altari egregi, E sovra il Sinaì fermando il piede, Farò memoria di gran mercede.

Amanti orbati dalla fredda morte, Spirti legati da dure ritorte, Voi cui miseria ogni desire vieta, O passeggieri per la vita vuota, Poeti oscuri! A voi sale la nota Del canto arcano che il mister susurra, Ed in voi soli sta l'eterno tema Che protesta fatal, vago poema S'erge alla sorda vasta vôlta azzurra.

l'eterno e le morte stagioni e la presente e viva e il suon di lei...; la quale un giorno sarebbe parsa ad altri altrettanto remota quanto pareva a me quella dello splendore delle Terme. Ahimè! Che poca cosa ci paiono anche i nostri trionfi e le nostre gioie nazionali davanti a questi cimiteri di secoli! Erano le tre dopo mezzogiorno.

Senza ragionarvi sopra, per un moto istintivo, attaccai l'occhio al buco della serratura: non vidi altro che un'ombra trascorrere sulla parete: il tappeto attutiva il rumore del passo. Tornato al divano mi tolsi l'eterno «smoking», e ad un tratto pensai d'aver fatto male, la mattina, non comperando, oltre quella da giorno, anche una camicia da notte.

Senonchè, mentre le labbra parlavano e sorridevano, in fondo al cuore c'era il vuoto, e di tanto in tanto ella ne sentiva gli arcani stringimenti. Intanto venne la notte, e colla notte l'eterno discorso della rugiada, che invita a mettersi al coperto. Guido stava per accomiatarsi, ma la signora Argellani lo invitò ad entrare in casa, ed egli si tenne i suoi saluti tra i denti.