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Aggiornato: 6 giugno 2025
Passarono alcuni momenti di assoluto silenzio, e l'ammiraglio pregava e pregava con un fervore veramente straordinario. Poco di poi s'alzò. All'angoscia, al furore, alla disperazione era in lui successa una calma maravigliosa, solenne e tuttavia terribile. Si volse al Gritti, e, «Seguimi,» gli disse, «le nostre spade han da incrociarsi stanotte: uno di noi due fra poco spero che sar
Le poche parole del Malumbra aggiunsero tuttavia un'allegria insolita al senator Barbarigo, il quale era un uomo molto singolare. Entrato nelle sale, e girato l'occhio per vedere dove fosse l'ammiraglio, gli si recò da presso, e dettegli molte cortesi e gentili parole, mostrò desiderio di far secolui una partita agli scacchi. L'ammiraglio accettò, i due vecchi uscirono.
L'ammiraglio Candiano avendo sentito alcuni dì prima dalla bocca del Malumbra, che la moglie del Fossano era in buonissimo stato, e che gli mandava le sue felicitazioni, racquetato per quella parte, che l'animo schietto non gli consentiva di sospettare di nessuno, aveva potuto in quegli ultimi giorni sentire con molta compiacenza che il voto universale designava lui doge di Venezia.
E tanto questo pensiero lo vinse che quando l'ammiraglio gli domandò notizie di Valenzia, egli non stette un momento in dubbio su quello che gli doveva dire, e non esitò a rispondere: «Valenzia sta bene.»
Tutt'altro: che anzi, senza poter trovare la giusta ragione, non sapendo mai le anime rozze il che ed il perchè delle loro azioni; sin dal primo momento che ebbe veduto il Fossano, e sentì la virtù straordinaria di lui, ne provò una così decisa avversione, che Alberigo stesso dovette accorgesene, quando, per caso, s'era trovato a far qualche parola con lui; e di presente poi, appena rivide il Fossano, del quale l'ammiraglio mostrava avere tanta cura, quell'antipatia gli si accrebbe a cento doppi.
«Non ha penato niente, che non c'è nessuno di voi che possa vantarsi amar meglio di me il vantaggio e la gloria di Candiano, ma...» «Cosa avresti a dire?» «Che fra qualche ora quando in lui saluteremo il doge avrem perduto l'ammiraglio, e ciò, per san Marco e sant'Elmo, mi pesa forte e mi d
Se in tanti giorni non aveva mai saputo determinarsi a far chiaro il suo avviso, lo potè in quel punto, e contro all'aspettazione universale, e probabilmente contro anche quella de' nostri lettori, riuscì a dire che in quanto a lui credeva doversi assolutamente acconciarsi col voto de' più, e che l'ammiraglio Candiano gli pareva il solo che fosse degno di vestire la clamide del doge.
Se la sventura che tu dî è terribile come il tuo aspetto, ci protegga san Marco.... ma parla una volta.» «Candiano è nella stanza dei Dieci; egli è accusato, e si racconta di lui un'incredibile avventura.» Quei dodici prodi si guardarono in faccia esterrefatti, percossi. «L'ammiraglio accusato?» «Come v'ho detto. Io sono ancora compreso d'orrore.» «Ma di che accusato?» «Lo sa Iddio!»
Il Fossano, mentre stava ascoltando l'ammiraglio, potè accorgersi del giocondo esaltamento dell'animo di lui; e pur troppo, codesta circostanza che doveva essere anche al Fossano di grandissimo contento, lo afflisse per tal modo che si sentì l'un cento più misero di quando non si era ancor presentato a Candiano.
Corse allor l'ammiraglio un gran rischio, e, come mille altre volte, l'aiutò la fortuna. «Chi è dalla barca?» gli gridò una scolta; e l'ammiraglio pronto: «Povero pescatore; e m'affatico per servigio del re.» Ma tornato di presente al suo navilio, prendevi una man di trecento tra Catalani e Siciliani, per assalire Castelvetere, terra a quattro miglia dalla spiaggia.
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