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Aggiornato: 16 giugno 2025
Il lavoro sottile di questi scacchi li riduceva fragilissimi. All'urto che presero quando l'Americano li riversò sul tavolo, l'alfiere dei neri si ruppe. Peccato! disse Tom. È nulla, rispose l'altro; s'aggiusta subito.
Chiedendo a lui sessantamila lire, essa dovea credere di domandargli a pena un servizio ed esser sicura che glieli avrebbe, in pochi giorni, restituiti. Che erano sessantamila lire per lei? Dovete, riprese l'americano, parlando al gioielliere, presentarvi oggi alla principessa. Se non fossi molto occupato! rispose il De Carlo, i cui occhietti scintillavano di malizia.
I due antagonisti erano sempre fissi al loro posto. L'Americano, che non vedeva ancora lo scaccomatto e che non capiva la selvaggia tattica del negro, cominciava ad annoiarsi ed a pentirsi dell'eccessiva cortesia che l'aveva spinto a quella partita. Avrebbe voluto finirla presto ad ogni costo, anche a costo di perdere; ma dall'altra parte il suo orgoglio di razza glielo impediva; un bianco ed un gentiluomo non poteva esser vinto da uno schiavo; inoltre la sua coscienza di gran giuocatore e il lungo studio de' scacchi non gli permetteva di fare un passo che non fosse pensato. Giunto alla quindicesima mossa, s'accorse che il suo re non s'era ancora arroccato, alzò le mani, colla sinistra sollevò il re, con la destra la torre, e stava gi
Ho bisogno di voi, disse la principessa, guardando di sotto in su. In che posso servirvi? domandò con scherno mal velato l'americano. In che cosa potete servirmi? Ma non vedete che in questo istante, ella replicò con l'abilit
Finalmente, pensava, l'americano non m'ha detto di no.... E si appigliava a tale speranza. Se non riuscisse? si diceva. -Io non mi posso rivolgere ad altri!... Non avrebbe mai domandato a un gentiluomo della sua classe ciò che avea domandato al Weill-Myot. Quell'americano poteva ben rendere un servizio a una gran dama: non era nato per altro! Essa l'avrebbe ringraziato, rimunerato: ecco tutto.
Appena la principessa aveva lasciato l'americano, egli, chiamato un commesso, allora allora giunto alla Banca, gli avea ordinato di andar a chiamare, perchè venisse da lui, il gioielliere De Carlo, uno dei primi di Napoli. Era un vecchietto molto furbo, di aspetto signorile, e legato d'affari con l'americano. Il ricco gioielliere, un'ora dopo, si recava dal Weill-Myot. Parlarono un po' insieme.
Sta bene, sta bene, sta bene ripeté cantarellando l'americano; m'accorgo che hai bisogno di leggere certa scrittura. E mi porse una vecchia carta, un contratto. Discesi cogli occhi alla firma e lessi un nome a me ignoto: Tom Tompson.
Parola Del Giorno
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