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Aggiornato: 15 giugno 2025


Diffida da quella donna che è più vile d'una iena. Lascia fare a me. Odimi ora: qualunque cosa accada, tu non prenderai parte al combattimento. Se io cado lascierai andare la mia rivale senza torcerle un sol capello. Io, la fidanzata del tuo padrone lo voglio! Omar la guardò con occhi supplichevoli. Padrona! balbettò egli. Lo voglio! ripetè l'almea quasi con ira. Sia fatta la tua volont

Omar si slanciò entro cadendo ai suoi piedi. Zitto, Fathma, mormorò egli, vedendo che apriva le labbra per mandare un grido. Zitto, che sono io, Omar, il fedele schiavo di Abd-el-Kerim. L'almea fu ancora in tempo di arrestare il grido che stava per uscirle. Ella prese la testa del negro fra le mani e l'alzò guardandola con occhi umidi.

, Fathma, te lo giuro!.... Proverei del dolore e più di quello che tu credi!... E perchè? chiese l'almea freddamente. L'arabo ammutolì e la sua fronte s'abbuiò. Non seppe cosa rispondere. Che t'importa se io avessi a scomparire? continuò Fathma. E poi, credi tu che io rimanga sempre in Hossanieh? Mi libro come l'aquila e mi poso or qua or l

Ci sei? chiese sottovoce Daùd, dopo qualche istante. Ci sono, rispose egli. Attenti. Guadagnò il davanzale della finestra e guardò entro. Una lampada illuminava fiocamente la stanza e seduta su di un divano vide Fathma: respirò. Allungò una mano e aprì le imposte. Al cigolìo che mandarono girando sui cardini, l'almea si levò in piedi non dissimulando un gesto di terrore.

Non mandare un grido, non tentare nulla, disse Elenka risolutamente. Voglio parlarti. Non ti conosco. Mi conoscerai fra poco. Non sei tu Fathma? Ebbene? L'amante dell'arabo Abd-el-Kerim? Abd-el-Kerim! esclamò l'almea. Che sai tu del mio fidanzato? Dove trovasi egli? Vieni a dirmi qualche cosa? Parla, parla, che ho il cuore infranto.

Ma tu non puoi lasciare così Hossanieh, dopo esserti fatta vedere. E chi me lo impedirebbe?... Fathma!... Fathma! esclamò Abd-el-Kerim. Tu sei bella, più bella di El.... L'imprudente rattenne a tempo il nome di Elenka che stava per uscirgli dalle labbra. L'almea aggrottò la fronte e le sue mani si contrassero, chiudendosi: un lampo cupo balenò nei suoi occhi, un vero lampo d'ira.

Non avrai che a comandarmelo e io, Abd-el-Kerim, te le porterò! L'almea lo guardò con più dolcezza; un sospiro sollevò il suo seno. Ah! diss'ella con voce cupa. Sarebbe vero che tu avessi proprio ad amarmi? Sarebbe vero che tu parlassi col cuore? Anche un altro uomo un giorno mi ripetè le tue parole e poi le disperse e infranse i centomila giuramenti pronunciati ai miei piedi! Non credo più. Chi?

Quello d'aprirti gli occhi, di conservare lo sposo a mia sorella e di offrirti la mia mano poichè ti amo Fathma, e immensamente. L'almea fece un gesto di disprezzo, gli volse le spalle per allontanarsi, ma il greco non era un uomo da scoraggiarsi, da lasciarsi sfuggire così facilmente la preda che con tanta impazienza aveva atteso.

L'almea, entrata nel caffè, dopo di aver salutato gli astanti con un sorriso affascinante e d'aver dispensato baci colla punta delle sue manine, s'avvolse in un azzurro velo. Quasi subito entrò un giovane schiavo munito di un cembalo.

Tu, Omar, rimarrai al mio fianco pronto a comandare l'abbordaggio se il nemico arriva fino a noi, e tu, Fathma, ritirati sotto la tettoia. Per prenderti bisogna che passino sui nostri corpi. L'almea si rizzò fieramente con gli occhi accesi. Io qui rimango, diss'ella. Voi vi battete per me e io mi batterò per voi. Ma la pugna sar

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