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Aggiornato: 12 giugno 2025


O sommo Dio, fammi sentir cordoglio prima d'ogn'altro, che di questo danno. Se questo è ver, con le mie man mi toglio la vita, e l'alma disperata danno. Così, piangendo forte e sospirando, seco dicea l'addolorato Orlando.

Sforza il fievole corpo, e sovra il letto In zelo ardendo le ginocchia piega E giunge umile ambe le palme al petto, E la lingua inverso Dio dispiega: Signor, se come il tuo messaggio ha detto Più de la vita a me spazio si nega, A tuo grado, o Signor, l'alma si sciolga, Ma sia tua santa man, che la raccolga.

L'alma Dovea goder più dolcemente e forte In un tal sito l'indulgente sorte Che permetteva lor dolce calma.

Ugo conobbi, e qual fratel l'amai, Chè l'alma avea per me piena d'amore: Dolcissimi al suo fianco anni passai, E ad alti sensi ei m'elevava il core. Scender nol vidi ad artifizi mai, E vilt

sedera` l'alma, che fia giu` agosta, de l'alto Arrigo, ch'a drizzare Italia verra` in prima ch'ella sia disposta. La cieca cupidigia che v'ammalia simili fatti v'ha al fantolino che muor per fame e caccia via la balia. E fia prefetto nel foro divino allora tal, che palese e coverto non andera` con lui per un cammino.

120 Perché fatto non ha l'alma Natura, che senza te potesse nascer l'uomo, come s'inesta per umana cura l'un sopra l'altro il pero, il corbo e 'l pomo? Ma quella non può far sempre a misura: anzi, s'io vo' guardar come io la nomo, veggo che non può far cosa perfetta, poi che Natura femina vien detta.

O Musa, o Diva: o mia Musa, o mia Diva, il tuo buon Mopso, il tuo devoto il tuo costante Mopso, il tuo sincero il tuo verace amante, il tuo fedel pastor il tuo poeta, vive egli, o Diva, caro e solo albergo de la sua vita? Ei vive, s'in te vive la memoria di lui, s'a l'alma sua dal petto amato non hai dato il bando.

Veramente non tempio, altare, o dono trovar si può di tal pregio e valore, ch'a vostra cortesia sia merto uguale; fuor che fia 'l petto vostro il tempio, u' sono alti pensieri; e 'l saggio vostro core fia altar; vittima, l'alma mia immortale, III. Allo stesso

Se in alcuna tua carta eco facesti D'animi non cristiani alla favella; Se di soverchio duol semi funesti Sparsi hai ne' cuor che passïon flagella; Se del secolo errante in cui nascesti, Bench'alta, l'alma tua rimase ancella, Opra fu di fralezza e di prestigio, Non mai di petto a mire inique ligio.

Spirto gentil, che vero e raro oggetto se' di quel bel, che più l'alma disìa, e di cui brama ognor la mente mia essere al tuo cantar caro suggetto; se di pari n'andasse in me l'effetto con le tue lode, onor render potrìa mia penna a te; ma poi mia sorte rìa m'ha bramato onor tutto interdetto.

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