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Aggiornato: 3 giugno 2025


L'autore s'accorse che don Paez e Juana sono immorali, che la Bovary e Léon sono immorali, che Portia e Dalti sono immorali, che Paolo e Francesca sono immorali, che tutte queste coppie giovani, deliranti, soavi, poetiche peccano terribilmente d'immoralit

Presso il capo della tavola, o meglio, tra questo e la contessa Juana, e avendo alla sua destra il Passano, era venuto a sedersi Bartolomeo Fiesco, pronto a squadernare i suoi gran fogli di carta. Dall'altro lato sedeva frate Alessandro, e presso a lui don Garcìa, con Polidamante; il quale per verit

E sia; soggiunse messer Bartolomeo, contentiamo questo terribil Passano. Sedete? diss'egli, facendo un cenno d'invito a Fior d'oro. Fate, fate; rispose la contessa; io vi lascio. Quando siete coi numeri, bisogna lasciarvi stare. Capirete, Juana, e perdonerete senz'altro. Son genovese; e il genovese, per vostra norma.... Oh, non dicevo per questo; interruppe la bella. Che genovese, del resto?

La contessa Juana aperse, e lesse. Non faccia maraviglia che sapesse leggere. Fior d'oro certamente non leggeva ancora a Maguana, nella casa di Caonabo, suo terribil signore e padrone. Ma gi

Niente, bel mozzo; ma capisco che avrei avuto il dispiacere di non potervi baciare, come ora farò, se permettete, donna Juana mia dolce. Non ho più grazia, essendo morta la mia gioventù; ma di bellezza m'intendo ancora, e so apprezzarla dov'è. Che bei fiori d

Il capitano Fiesco lo avrebbe tanto volentieri fatto ritornare sopra i suoi passi, e per via più spedita, come a dire per una delle grandi finestre, che davano luce alla sua caminata. Ma la contessa Juana osservò giustamente che quello non sarebbe stato un tratto da ospiti. Messer Filippino era un seccatore; ne conveniva anche lei.

Frate Alessandro, quel giorno più scudiero che mai (del resto, in quel viaggio di Spagna non aveva indossata la tonaca se non una volta, a Granata), fece festa al suo capitano, e più ancora alla contessa Juana. Sapeva gi

Lui, sicuramente, lui, che aveva trovato un altro buon pretesto, di andare in Fontanabuona, per passare davanti al castello del suo amato parente, fermarsi un tratto ad ammirare la contessa Juana e sospirarle un sonetto. Io arrivo, e voi partite? diss'egli, facendo la bocca dolce. , parto, come vedete, messer Filippino. E i miei buoni parenti stanno bene?

Due minuti dopo, era in giardino col vin di Cipro e il vassoio. Dategli da bere, Juana; disse il conte Fiesco alla moglie. Ma in verit

Non aveva fatto bene, lo riconosceva benissimo allora, a contentare il desiderio di Juana, portandola in Ispagna con . Quando si è fuori d'un pericolo, non ci si torna, per quanta sicurezza se n'abbia. Sapeva tutto, il re? o solamente una parte del vero?

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