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Aggiornato: 24 giugno 2025
IV del colonnello Francesco Guidi reggimento n. V del colonnello Teodoro Volo reggimento n. VI del colonnello Giambattista Galli reggimento n. VII del colonnello Lòdoli reggimento n. VIII del colonnello Pacmor reggimento n. IX del colonnello Marco Conti reggimento n. X del colonnello Francesco Covi reggimento n. XI del colonnello Andrea Toffoletti reggimento n.
IV. Risulta dal fin quì detto che il conjuge, il quale ebbe, un commercio incestuoso con persona consanguinea all'altro conjuge in primo o secondo grado, decade dal diritto di chiedere il debito. Ma se, ciononstante, il chiedesse, è obbligato l'altro a renderlo? Egli è certo che il conjuge innocente può chiedere il debito conjugale e l'altro è tenuto a renderlo.
Vuole allora...? Enrico IV. No: m'accecherebbe. Voglio la mia lampa. Ordulfo. Ecco, sar
Roma caduta in queste angustie ecco piglia partito: Pio IV astuto subodora uno astuto, il cardinale Morone, e lo invia a negoziare con Ferdinando; lui vinto, agevole ogni cosa, però che con lui i Francesi si accontassero, e Filippo II per sangue, e per reverenza assai gli deferisse. Duro intoppo non chè persuadere, blandire lo imperatore, il quale si mostrava indracato perchè delle sue proposte di riforme non avessero fatto caso, e perchè il Papa, mercè le istruzioni ai legati governasse a modo suo il Concilio, e tuttavia il destro prelato sul primo punto diede ad intendere, che se le proposte dello imperatore non erano state messe innanzi al Concilio, non si poteva sostenere poi che non si fossero avute nella considerazione, che meritavano, imperciocchè talune di loro avessero fornito argomento a speciali decreti: non potersi negare e non negava la ingerenza soverchia di Roma nel Concilio, ma i Principi via, co' propri ambasciatori non s'industriavano sempre scavalcare Roma? E quì il cardinale usò l'estremo dell'arte pretesca, e della sottigliezza italiana per dare ad intendere a Ferdinando ch'egli voleva gittarsi nelle sue braccia, in tutto e per tutto contentarlo, e al punto medesimo non cedergli un capello quanto ad autorit
Enrico IV (subito voltandosi). Ah, gi
Federigo, ricevuta la corona reale a Pavia, s'indirizza a Roma. Adriano IV, in quel tempo surrogato ad Anastasio IV, cominciava il suo Pontificato con atto di rigore: trovando apertamente contraria ad ogni suo comando o consiglio la citt
Ha creduto quello di Francia! Arialdo. Enrico IV di Germania, caro mio! Dinastia dei Salii! Ordulfo. Il grande e tragico imperatore! Landolfo. Quello di Canossa! Sosteniamo qua, giorno per giorno, la spaventosissima guerra tra Stato e Chiesa! Oh! Ordulfo. L'Impero contro il Papato! Oh! Arialdo. Antipapi contro i Papi! Landolfo. I re contro gli antirè! Ordulfo. E guerra contro i Sassoni! Arialdo.
Eh sì, purtroppo! Enrico IV. Ecco: quando non ci rassegniamo, vengono fuori le velleit
Il grido degli offesi Napolitani giunse fino ad Innocenzio IV, che considerando se un potente esercito sì fosse presentato alle frontiere del Regno avrebbe potuto agevolmente sottometterlo, tirando partito da quegli umori, spedì il suo Segretario Maestro Alberto da Parma in Inghilterra per farne proposta a Riccardo Conte di Cornovaglia, fratello di Enrico III. Riccardo ricusò il partito, scusandosi col dire, lui essere fratello d'Isabella ultima moglie di Federigo, ma infatti perchè nudriva ambiziosi disegni sopra l'Impero.
Landolfo. Ah, bello! bello! Enrico IV. Bello, ma basta! Ora che lo sapete, non potrei farlo più io! Prende la lampa per andare a dormire. Nè del resto voi stessi, se non ne avete inteso finora la ragione. Ne ho la nausea adesso!
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