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Aggiornato: 2 giugno 2025


L'altro interrogava ancora su diversi argomenti. La curiosit

E qui tirava un buon fiato di vino, poi, forbendosi la bocca col dorso della sinistra, soggiungeva tentennando il capo: Se non fosse... se non fosse.... Ma se tanto ti pesa codesto arrabbiato mestiero, perchè non lasciarlolo interrogava il soldato. Lasciarlo, eh? Mi fai ridere, e ho male. Hai un bel dire tu che hai tutta la casa nella valigia.

Gino parlava, e parlando interrogava con gli occhi la faccia di suo padre. Quella faccia era muta, e il nostro giovinotto poteva temere di non aver favorevole il suo giudice. Perciò fu grande la sua maraviglia, quando, finita la sua esposizione, si sentì dire dal conte Jacopo: Va bene. Ah! esclamò egli, sollevato.

Spugna-di-senno, levatosi dalla seggiola per muovere incontro al suo diletto discepolo; lo interrogava collo sguardo. Dunque?... Nulla! rispose il giovane crollando la testa. Le fanciulle si erano discostate da lui, e in presenza di quella mestizia, parevano a loro volta impacciate e compunte.

Il Galli si scostò rabbrividendo; egli pure in quell'attimo aveva intravveduto il Kloss, gli occhi del Kloss, il ghigno del Kloss. E siccome Nora lo interrogava colle pupille ansiose, egli balbettò: A servir le canaglie.... le canaglie.... si può prestar la mano alle più turpi canagliate.... alle più turpi canagliate.... Signora!... Signora!... quanto mi sento colpevole verso di lei! Colpevole!...

Dove andiamo ora? interrogava rabbiosamente Baldo. Se ci attardiamo all'impresa siamo perduti! gridavano gli altri. Volete combattere oggi? domandava Ugo. Oggi! , , gli facciamo in tal guisa gli omaggi! Oggi! Messeri disse Ugo: è giorno di Pasqua.

Come intitolerò il mio quadro? egli domandò, poichè non rispondeva, ma interrogava stesso quasi avesse udito una voce nel mezzo di un sogno, tanto tutte le sue facolt

Egli era nato prima, e forse aveva vissuto meno: interrogava la mia esperienza! mostruoso paradosso di un'epoca in cui i venti anni hanno qualcosa da insegnare ai sessanta! Però quel candore che con tanta sollecitudine si faceva incontro alle mie tristi rivelazioni doveva celare un mistero. E mi ero proposto di scoprirlo.

Io seppi il suo segreto. Una sera, in un'ora di espansione amichevole, mentre io lo interrogava con gli occhi senza parlare, egli mi narrò, lungamente e con frasi entusiaste, tutto un suo nuovo romanzo. Lo lasciai dire, ammirando quella robusta fisonomia di uomo gagliardo che si rischiarava. E la protagonista, come finisce? domandai. Ma mi pentii subito, poichè lo vidi impallidire.

Era notte e Bebè s'era riassopita. Anche Alberto aveva rinchiuso gli occhi, anche l'Irene lasciava ricader la testa sonnolenta sul petto. Solo Diana vegliava, cercando invano di frenare la sua agitazione. Le sue dita sottili si affondavano nervosamente nel velluto del sedile; i suoi piccoli piedi battevano sul tappeto con ritmo affrettato; il suo sguardo ora si posava su Bebè, ora interrogava l'orologio, o, di l

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