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Il clero italiano fu come da moltissimi secoli al di sotto della propria posizione, il più vile di tutto il cattolicismo. La corruzione vaticana scemandogli il carattere religioso gli aveva tolto, e non gli ha ancora restituito, il carattere umano. Mentre l'Italia insorgeva contro l'Austria in una guerra d'indipendenza scevra di questione religiosa, e la rivoluzione assaltava il Vaticano scacciandone il papa per conquistare la libert

Il ragionamento di Hakusaki, che pare tanto evidente a chi non crede, non ha neppur l’ombra dell’efficacia per chi porta in stesso la fede, come un elemento costitutivo della propria organizzazione morale. Non comprende, affatto, il fenomeno essenziale della religione chi s’illude di poterlo combattere con logici ragionamenti. Questi ragionamenti che sembrano al razionalista armi invincibili, sono pel credente un telum imbelle. Il credere non è l’effetto di un’operazione, ma, bensì, di una disposizione della mente. E questa disposizione rimane intangibile a qualsiasi dimostrazione razionale. Un ragionamento analogo a quello di Hakusaki è stato fatto dai polemisti pagani, ma, davanti a quel ragionamento, insorgeva la coscienza dell’umanit

Nelle provincie di Catanzaro, di Abruzzo, di Salerno, di Lecce, di Campobasso e di Avellino, si apprestavano armi ed armati. Che più? Napoli insorgeva massacrando Svizzeri e spie borboniche. L'ora della libert

Meglio, assai meglio morto che schiavo; ma un compagno di sventura gli dice: Non ti ribellare. Vivi! Dio lo vuole! Eppoi finchè vedremo il sole possiamo sperare. Sperare? No; non aveva più nulla da sperare. E Dio? Perchè Dio tollerava simili eccidi? Perchè non insorgeva alla difesa d'Italia? Eppure non vuole morire. Chiss

Alle volte egli chiudeva gli occhi e chinava la fronte, invaso dal ricordo dei buoni insegnamenti, quasi vergognoso d'averlo smarrito. Altre volte protestava ed insorgeva. La vita non può esser fatta tutta d'amore! Se al male s'oppone il perdono, quale sar

Qualche carta abbandonata che serbava, incompiuta, la traccia luminosa d'un pensiero d'arte e di poesia anelante, ebbro d'azzurro, all'Alto; qualche libro nella cui lettura mi solevo beare come in un divino lavacro ideale, e che aveva dischiuso agli occhi della mia mente stupita ed avida nuovi orizzonti e nuovi cieli, che aveva mantenute deste e rinvigorite le mie nobili energie, e mi aveva insegnato il desiderio e la visione d'un'Arte eccelsa, grande e serena, tutto insorgeva unanime contro di me, e mi accusava.

Mentre la confessione della Natzichev faceva dimenticare la passione di lui e permetteva di evitarne le testimonianze, egli doveva, per dichiarare mentita questa confessione, intervenire ancora più attivamente, insistere nel sentimento che lo aveva unito alla contessa, esporlo ai sospetti profanatori!... Ma, per evitare il danno intollerabile, egli doveva pure, tacendo, ammettere che Zakunine fosse innocente; e a quest'idea tutto l'essere suo insorgeva: no! se c'era un colpevole era lui! non poteva esser altri che lui!...