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Aggiornato: 10 giugno 2025


E pure nel corso di quel secolo fa di mestieri ch'ella fosse nuovamente diminuita, mentre nell'ordinazione di Ferdinando primo imperadore, fatta l'anno 1559 nella dieta d'Augusta sopra tutte le monete dell'imperio e loro bontá e valuta, cosí d'oro come d'argento, io trovo che li ducati d'oro, detti ongari, di bontá di carati 23-1/3, e di peso a 67 ducati la marca di Colonia, valevano in Allemagna carantani 104 l'uno, che sono carantani 6988 la marca d'ongari; e perciò una marca d'oro fino di 24 carati valeva carantani 7167.

«Leva la testa e fa che t’assicuri: che ciò che vien qua del mortal mondo, convien ch’ai nostri raggi si maturi». Questo conforto del foco secondo mi venne; ond’ io leväi li occhi a’ monti che li ’ncurvaron pria col troppo pondo. «Poi che per grazia vuol che tu t’affronti lo nostro Imperadore, anzi la morte, ne l’aula più secreta co’ suoi conti,

Ed ha bisognato ridurre la valuta de' migliori, a baratto di moneta corrente imperiale, a tre fiorini e mezzo: segno che anco in quella dello stesso imperadore era stata fatta qualche mutazione nella bontá dell'argento o del peso.

Per comparazione della gravezza di cotali amanti di peso di paglia qui quegli dello imperadore Federigo si fanno, i quali, anticamente, per lui si faceano, che, dovendosi alcun malfattore giustiziare, così vestito di piombo in certo vaso era messo, di sotto al quale facendovisi fuoco, fondendo moriva.

Udí adunque quivi e filosofia e teologia alcun tempo, non senza gran disagio delle cose opportune alla vita. Da questo il tolse una speranza presa di potere in casa sua ritornare con la forza d'Arrigo di Luzimborgo imperadore.

Cosí Cedreno racconta, che fu di gravissimo danno a' greci l'editto di Niceforo Foca imperadore, che volle che le monete col suo impronto valessero piú che quelle de' suoi predecessori, con tutto che in nulla le avantaggiassero, siasi nella bontá o nel peso.

<<Leva la testa e fa che t'assicuri: che cio` che vien qua su` del mortal mondo, convien ch'ai nostri raggi si maturi>>. Questo conforto del foco secondo mi venne; ond'io levai li occhi a' monti che li 'ncurvaron pria col troppo pondo. <<Poi che per grazia vuol che tu t'affronti lo nostro Imperadore, anzi la morte, ne l'aula piu` secreta co' suoi conti,

Similemente questo egregio autore nella venuta d'Arrigo settimo imperadore fece un libro in latina prosa, il cui titolo è Monarchia, il quale, secondo tre quistioni le quali in esso ditermina, in tre libri divise. Nel primo, loicalmente disputando, pruova che a ben essere del mondo sia di necessitá essere imperio; la quale è la prima quistione.

Del quale, comeché alquanti figliuoli e nepoti e de' nepoti figliuoli discendessero, regnante Federico secondo imperadore, uno ne nacque, il cui nome fu Alighieri, il quale piú per la futura prole che per doveva esser chiaro; la cui donna gravida, non guari lontana al tempo del partorire, per sogno vide quale doveva essere il frutto del ventre suo; comeché ciò non fosse allora da lei conosciuto da altrui, ed oggi, per lo effetto seguíto, sia manifestissimo a tutti.

Quiv'era storiata l'alta gloria del roman principato, il cui valore mosse Gregorio a la sua gran vittoria; i' dico di Traiano imperadore; e una vedovella li era al freno, di lagrime atteggiata e di dolore. Intorno a lui parea calcato e pieno di cavalieri, e l'aguglie ne l'oro sovr'essi in vista al vento si movieno.

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