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Aggiornato: 16 maggio 2025
C'era, come i lettori ben vedono, da aver occhio alla penna. Ma il nostro Ariberti non doveva impensierirsene troppo, perchè, una settimana dopo il suo ritorno in Torino, gi
Bice non gli domandava più nulla, De Nittis lo accompagnava pel giardino sino al cancello, e più di una volta lo aveva interrogato sullo stato di lei. C'era infatti da impensierirsene: la sua magrezza diventava tutti i giorni più livida, molte sere doveva aver avuto la febbre, ma fortunatamente la tosse non era ricomparsa. Ella invece, appena uscito il medico, andava a gittarsi sull'inginocchiatoio ridomandando smaniosamente alla Madonna il miracolo di quella guarigione. Non era quello il solo momento che potesse farlo, quantunque De Nittis non abbandonasse quasi mai la camera, ed ella non volesse farsi vedere da lui in tale supremo tentativo di forzare la volont
E da quel giorno volse tutta la sua attenzione su di lui, ma non vide nulla; Nenni sembrava non avanzare punto nella simpatia e nella dimestichezza con Gioconda; sembrava anche non impensierirsene e non tentare niente per ottener da lei qualche piccolo privilegio, qualche leggero vantaggio sugli altri. Ariberto vide invece che avanzava molto Vittorina verso Folco.
Alla lunga non ci potè più resistere, e Prospero Anatolio, vedendola pallida con gli occhi incavati e le labbra arse dalla febbre, le domandava ogni poco se si sentiva male; ma poi cambiava subito discorso, contentato dalla prima risposta negativa, e soddisfatto in tal modo di non essere costretto a impensierirsene.
Un poco, rispose l'infelice: e mise un sospiro. Allora Nicola cominciò a fargli animo. Via faceva male a prendersela a quel modo; era una bazzecola che non metteva conto impensierirsene! Tanti e tanti s'erano trovati nell'istesso caso di lui, per questo avevano creduto che fosse il finimondo? avevano pagato e tutto era finito.
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