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Aggiornato: 23 maggio 2025
Giá si disse di sopra che del 1540 Carlo quinto batté gli scudi d'oro di Castiglia ed altri a minor bontá e peso del consueto. Molti furono i principi che lo imitarono, battendoli anzi peggiori di quelli di Carlo; con che s'imborsarono per sé il guadagno che, senza questo ripiego, averebbono fatto i ministri imperiali.
Alcuni, sperando di riprodurre le bellezze ammirate ne' greci e ne' romani, ripeterono, e piú spesso imitarono modificandoli, i costumi, le opinioni, le passioni, la mitologia de' popoli antichi. Altri interrogarono direttamente la natura: e la natura non dettò loro né pensieri né affetti antichi, ma sentimenti e massime moderne.
De Andreis, il quale si sentiva male per il lungo digiuno, domandò subito da mangiare. Gli altri lo imitarono. Impolverati, sudati, passati traverso un'ora piena di pericoli, avevamo una sete da cani trafelati. L'Astengo, il direttore, ci fece portare dell'acqua con del fernet dal bettoliniere. Ci si separò in tante celle e ci si riunì in un cellone a mangiare.
Ma in buon punto a sviare la direzione dei miei pensieri, il carrozzone si mosse. Eran trabalzi d'ogni maniera; però vedendo dondolare al mio fianco l'enorme abate, e ad ora ad ora sentendomi attratto da qualche improvvisa scossa verso di lui, non potei frenarmi dal ridere. Tutti i viaggiatori, quale più quale meno, imitarono il mio esempio; solo il ministro di pace rompeva la monotonia di quell'ilarit
I Romani imitarono i Greci, Seneca s’indigna di veder nominare console un cunnilinguo: «Ignoravi tu dunque, quando nominasti console Mammercus Scaurus, che egli inghiottiva a bocca aperta i mestrui delle sue serve? E se ne nascondeva forse? E ci teneva forse ad apparire un uomo puro?»
Lasciando stare che la lingua italiana si cantava nelle Corti degli antichi conti d'Olanda, che nel bel secolo della letteratura olandese era in grande onore presso i letterati, e che parecchi dei più illustri poeti di quel tempo scrissero lettere e versi italiani o imitarono la nostra poesia pastorale; la lingua italiana si studia ancora da molti oggigiorno, e non è raro il trovare chi la parla, e men raro ancora il veder libri nostri sul tavolino delle signore.
Come fummo giunti alla salita di V..., le due povere rozze s'arrestarono di botto. Il corpulento abate ne fu mezzo subissato e ringhiò fra i denti un cotal suo Cristo abituale, che provava chiaro come la tonaca e il seminario non gli avessero istillato la santa virtù della pazienza. E siccome egli cominciava a farci una trista figura e se n'accorgeva fu il primo a porre il piede sul predellino e lasciarsi scivolare, meglio che discendere, sulla via. Secondo il costume tutti i viaggiatori ne imitarono l'esempio; così che a capo di pochi minuti io mi trovai solo col signor Antonio però che l'et
Pure, a quella musica, il più giovane dei camerati sentì agitarsi il sangue, non potè star fermo, afferrò una qualunque fra le donne e via, prese a far salti con lei, battendo i tacchi sul pavimento, strisciando, curvandosi, inchinandosi come sogliono i ballerini di campagna. L'esempio non dispiacque; altre coppie lo imitarono: la festa raggiunse il suo momento di crisi.
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