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Il foglio mi sfuggì dalla mano, dovetti sedermi, appoggiai la testa sullo scrittoio, e rimasi lungamente sbalordito, come allo scoppio d'un fulmine!... Addio bei sogni della primavera che sorridevano ai miei pensieri, che illuminavano la mia mente come il sole che sorge i fiori sul prato! Addio speranze di supreme gioie!... addio fede nell'amore della donna! addio vane illusioni giovanili!... Ecco il primo disinganno... e il più amaro!... Ah! mio zio aveva ben ragione di ridere delle mie stolte pretese!... o vanit

Ella amava pure i turbini e le tempeste. Quando la raffica soffiava violenta e le punte dei ghiacciai si illuminavano al bagliore dei lampi, M

Domani, o la serva rientra in casa vostra, e voi la compenserete di averla licenziata, o darete congedo ai vostri locatari e non affitterete più camere. Ma, l'è la mia sola risorsa per vivere, signor commissario. È dunque indispensabile che voi viviate? Ho detto. Uscite. La signora salutò e si ritirò a ritroso. Gli occhi del commissario si illuminavano. L'ispettore rientrò.

Entrarono nella camera da letto. Tre finestroni la illuminavano, facendo penetrare i raggi del sole attraverso un ricco cortinaggio di stoffa a fiori sopra un fondo cilestrino. Della medesima stoffa era il panno del letto, altissimo, ampio, per met

«E appena il sole sparì dietro le grandi montagne dell'ovest, mentre le prime stelle illuminavano il puro firmamento, dietro un segnale del vecchio capo, quattro guerrieri s'impadronirono del giovane e lo lanciarono nel burrone.

Diede uno sguardo al cielo coperto da densi nuvoloni che i lampi illuminavano bizzarramente, un altro al campo che cominciava a diventare deserto, cangiò la carica alle pistole onde, al momento opportuno, non mancassero al colpo, e discese con infinite precauzioni la collina.

Mi ricordo benissimo; io andavo aggiungendo tutti i giorni qualche trama a' miei sentimenti e nuove scoperte facevo sempre; ora dei punti oscuri che si illuminavano poco a poco, ora dei piccoli pertugi che si allargavano sopra vedute impreviste, ora un debole filo di luce che si faceva intenso, a cui si aggiungevano altri fili e diventava un fascio di raggi.

Regina era alta, flessibile, svelta come una liana. La sua vita avrebbe destato invidia in una vespa. I suoi occhi, di un nero bleu, illuminavano la sua fisionomia del più puro tipo spagnuolo della scuola di Zurbaran. Aveva una pallidezza sana, fresca come una gionchiglia, appetita e mordente, che rivelava l'equilibrio della vita, animando in modo eguale una struttura di primo ordine. Sul suo sembiante volteggiava quella calma calda e stellata delle notti di est