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Comprendo anch'io, disse Gregorio. Tirate avanti. Vostra beatitudine vedr

Insomma, non cedere al desiderio e allo spirito di lei era impossibile; ma Gregorio, dibattuto fra la necessit

Malgrado questa nera macchia di superstizione e di bigottismo, Giuliano, quale ci è dipinto da Ammiano e dall’entusiastico Libanio, è una figura d’uomo e di principe attraente. Noi ci sentiamo indotti a compiangerne gli errori e le sventure, e proviamo per lui quella simpatia e quell’ammirazione che sempre ispirano gli uomini geniali. Ma, se ci volgiamo a Gregorio di Nazianzo, ecco ci vien fuori una figura del tutto diversa, ci appare davanti l’imagine di uno scellerato e di uno stolto. L’eroe delle imprese di Gallia e di Persia, l’uomo severo di principî e di costumi, lo scrittore brillante e versatile diventa, nei discorsi di Gregorio, «quel drago, quell’apostata, quel gran macchinatore, quell’Assiro, quel comune nemico e corruttore di tutti, che ha versato sulla terra la rabbia e le minacce, che ha scagliato, fino al cielo le sue parole inique³⁵⁸. E gli scritti di Giuliano sono scellerati discorsi e scherzi, la cui forza sta tutta nella potenza dell’empiet

Grazie, grazie, don Gregorio!... Voi mi avete salvata!... e Maria, cogli occhi ancora bruciati dalle lacrime, baciò con trasporto la mano del vecchio che stringeva la sua.

Quando furono partiti, Lamberto chiese a Bice: È questa tutta la gente della tua conversazione? Nemmeno questa: don Gregorio viene qualche volta, gli altri due quasi mai. Come si fa a passare il tempo allora? esclamò ingenuamente la signora Giulia. La tristezza della casa si appesantiva su tutti.

Quanto a costumi non importa dire; anco prima di Leone le meretrici pubbliche avevano sepoltura in Chiesa, come la famosa Imperia, cui inalzarono onorato monumento in San Gregorio con tale epitaffio dove levavasi al cielo la venust

Dopo Erode Agrippa, nessun altro ebreo occupò più una posizione importante in Roma, fino al pontificato di Gregorio XVI, che, per ragioni facili a capirsi, fece la più lusinghiera accoglienza, nello stesso Vaticano, al barone Rothschild.

Epist. 32. 80. Il testo preciso della lettera 18. l. V. di papa Gregorio al patriarca Giovanni merita grave considerazione, ed è questo: «tu togli a tutti l'onore dovuto e lo concentri in te; così facendo tu ti proponi a modello colui che disprezzando le legioni degli Angioli suoi uguali tentò elevarsi a singolare altezza onde non più soggetto ad alcuno potesse dominare a tutti.

Introdotto costui, dimandava una grazia che solo il vescovo poteva concedergli. Ed era quella di affermargli in iscritto la esenzione di una imposta straordinaria del Comune per sovvenire a tante strettezze. La dimandava in virtù di un decreto di papa Gregorio IX, che con Bolla del 1234 pronunciava privilegiate d’ogni carico laicale le persone che a quell’Ordine appartenevano.

Morto Anacleto antipapa, continuò la parte di lui, e fu ridotta ad obbedienza per intervenzione di san Bernardo il gran pacificatore. Ma sorsero intanto nuovi turbamenti in Roma per Arnaldo da Brescia, un riformatore ostile e inopportuno della Chiesa, ultimamente e bene riformata da Gregorio VII e i successori. Fu condannato in concilio fin dal 1139, e combattuto anch'esso da san Bernardo.