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Aggiornato: 17 giugno 2025
Tutta esta gente che piangendo canta per seguitar la gola oltra misura, in fame e ’n sete qui si rif
Egli mi si avvicinava, confuso. Almeno... mormorò Abbracciami, almeno!... L'abbracciai. Sentii, in quel punto, sciogliersi il mio cuore così gonfio. Sentii che Barra era stato, dopo tutto, il mio compagno di speranze, di privazioni, di gioie... Il suo cuore batteva sul mio così forte, così forte!... E mi prese un tremito invincibile: la gola mi si serrò...
Non si scorge Segni se non allorquando vi si è quasi giunti, perchè la strada corre sempre tortuosa entro una gola di rocce calcaree, di colore rossastro. I fianchi del monte sono frastagliati, coperti di massi, che si accavallano gli uni sopra gli altri, così da sembrare una grande muraglia edificata da giganti.
Da quel punto di vista sublime i viaggiatori continuarono a salire penetrando in una gola angusta che mostrava soltanto minacciose rupi sospese sulla strada. Nessun vestigio umano, verun segno di vegetazione compariva col
Dava a Roberta il titolo di signora, credendola moglie del Lascaris, e di signorina a Emilia, ch'egli supponeva la cognata di Cesare.... Signora, signorina, è poi lo stesso, egli comentava col dottore. Io, di queste mariuolerie non m'intendo.... La fanciulla rideva a gola spiegata; anche Emilia trovava qualche sorriso; Cesare stava presso la ragazza, lasciando la guida a fianco della donna.
Le son proprio obbligato, cominciò colui che aveva comandata la cena, della sua condiscendenza, don Aquilino. Eh! eh! non dica tanto, mio caro signore. Il prete che, sospinto un po' dalla paura, un po' dalla gola, non aveva saputo resistere all'invito del signor Omobono e del Rosso, cameriere dell'Illustrissimo, era veramente quel disgraziato di don Aquilino.
Ed Alpinolo, frenando a stento la rabbia, Guarda! vorrei cacciarti in gola codesti insulti a furia di sergozzoni, se non sovrastasse il momento, che tu stesso hai da veder chiaro più che per le mie parole.
La risposta scoccò pronta, ardente, lunga dalle labbra di Ernesta, e s'impresse sulle guance del cieco. E intanto lo scrupoloso stornello continuava a gridare a gola spiegata.
"Incendiamo la casa!" sclamò il Coniglio, ma Alice gridò subito con quanta voce aveva in gola, "Se fate ciò, vi farò acchiappar tutti da Dina!"
Alle sette con affrettato passo si giunse sul monte che sovrasta a Melito. Sul monte parallelo e separato dal nostro per una stretta e profondissima gola accampava Garibaldi con quattromila uomini. Un grido prolungato di gioia e un agitar di berrette salutarono la nostra venuta. Era la sera del 20 agosto. Giù a mare il Franklin, che trasportò Garibaldi, giaceva arenato, il Torino, fulminato da due navi borboniche, divampava, ed una terza nave mandava a noi un benvenuto di granate e di bombe. Il mattino del 22 eccoci sotto Reggio. Garibaldi, impegnato gi
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