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Aggiornato: 19 maggio 2025
Concitato così le spalle tòrse A la scitica rupe, e dentro al petto, Siccome vena di sboccanti lave, Giovane e forte gli bollía la vita. Solo e pensoso ei va, come solinga Per gli spazî del ciel tacita nube, Nè gli cal se la bianca alba gli rida, Nè se il Sol lo saetti, o lo ravvolga L'ombra notturna, o lo flagelli il nembo; Perocchè diva è la sua tempra, e nulla Di mortale ei non ha fuor che l'aspetto. Solo e pensoso ei va: monti e dirupi E foreste e deserti indifferente Lasciasi a tergo, e par nave, che muta Solchi le tenebrose onde sospinta Da prosperi aquiloni. Il flutto varca De lo spumante, ingiurïoso Arasse; Il suol trascorre, ov'ebber regno e fama Le Amazzoni omicide; le spelonche Orride mira e le ferrate valli Dei Cálibi feroci; e dei cotanti Popolati di fiabe incliti lochi O si scorda, o non cura, o ver sorride. Ma di te si sovvenne, in su la sponda Del propontide stretto, Ero infelice; E il mar querulo ancor di tanto lutto Ricercando con gli occhi e le nascenti Per l'azzurro del ciel candide stelle: Ecco il talamo vostro, ecco le faci Del vostro imene, o giovanetti, ei disse: Ecco l'amore, ecco la morte! Eterno Mormora, o mar, l'inno di nozze; eterno Mormora, o mar, l'inno di morte! Il mondo Due tesori ha nel sen, l'alma ha due voli, Due fior la vita, ed ogni cor due stelle! Mormora eterno, o mar, l'inno di nozze; Mormora, o mar, l'inno di morte! Un bacio Ed un sospiro; un talamo e una fossa; Un sogno e un sonno; un inno ed un addio! Oh! l'amore, oh! la morte! In tali avvolto Meste e leggiadre fantasie d'amore Giunt'era al lido; e i ricercati, ardenti Per tanto flutto verginali amplessi E la pronuba face e il fato estremo Invidïando al garzoncel d'Abido, Sentì quasi piet
17 Come era a punto quella cosa stata, venìa Issabella raccontando allotta: come nel palischermo fu salvata, prima ch'avesse il mar la nave rotta; la forza che l'avea Odorico usata; e come tratta poi fosse alla grotta. Né giunt'era anco al fin di quel sermone, che trarre il malfattor vider prigione.
La bella donna in mezzo a quel si mette, ivi si corca ed ivi s'addormenta. Ma non per lungo spazio così stette, che un calpestio le par che venir senta: cheta si leva e appresso alla riviera vede ch'armato un cavallier giunt'era. 39 Se gli è amico o nemico non comprende: tema e speranza il dubbio cor le scuote; e di quella aventura il fine attende, né pur d'un sol sospir l'aria percuote.
Parola Del Giorno
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