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Aggiornato: 23 giugno 2025
Seduto in mezzo alle rovine, girai lo sguardo su quel verde reame di ombre, poi levai gli occhi verso la linea azzurra, tracciata nel cielo dalle montagne, su cui si distaccano gli scogli ciclopici di Norba ed il suo castello, e infine li abbassai di nuovo sulle paludi pontine e sul capo Circeo che superbo emergeva dal mare illuminato dal sole cadente.
Mentre facevo così la mia dichiarazione amorosa con frasi e immagini rubacchiate ai poeti arabi, e proprio nel momento che infilavo un sentiero tutto fiancheggiato da' fiori, mi sentii a un tratto venir su tra gamba e gamba uno zampillo d'acqua; feci un salto indietro, ricevetti uno spruzzo nel viso; mi voltai a destra, uno spruzzo nel collo; mi girai a sinistra, uno spruzzo nella nuca; mi misi a correre, acqua di sotto, dai lati, da tutte le parti, a zampilli, a sprazzi, a pioggia, così che in un momento mi trovai fradicio come se mi avessero tuffato in una tinozza.
Appena dentro, girai lo sguardo sulla turba delle femmine ivi riunite ed alla più vecchia che mi sembrò essere la badessa: "favorisca" dissi, e in pari tempo la presi per il braccio sinistro, in modo da farle comprendere che il favore di seguirmi lo avrei ottenuto un po' anche colla forza delle mie braccia. Incontrai più resistenza da quel vecchio cataletto ch'io non avrei creduto.
Tacquero tutti, mirandosi l'un l'altro con occhio smarrito; pareva che quelle fisonomie e quell'atteggiamento significassero o ch'io farneticavo, o che eglino avevano paura. Il mio discorso cascò come carbone acceso in una secchia d'acqua. Girai il guardo in cerca del sindaco: chiesi di lui; ei s'era ritirato. Invitai il comandante della guardia nazionale ad avvicinarsi, e più voci risposero: Il comandante è il sindaco. Al silenzio e alla immobilit
E che cosa dissi ancora? non so più. Strozzato da quel gnocco che vi ho detto, col cuore rovesciato, la testa in un fuoco, vedendo che non potevo sfuggire a una cattiva figura, girai sui talloni e fingendo di andare a cercare qualche cosa in anticamera, aprii l'uscio. Ma proprio sulla soglia m'imbattei nella piccina, che veniva in braccio alla balietta.
Avevo appena pronunziate queste parole, quando girai bruscamente su me stesso, con la stessa ebriet
Entrai nel palazzo, girai per varie sale e corridoi senza vedere anima viva e senz'udire un rumore il quale desse indizio ch'era abitato, sin che incontrai un usciere che mi si mise ai fianchi, e fattomi attraversare uno stanzone dov'erano parecchi impiegati immobili come automi, mi condusse nella sala delle curiosit
E confesso che non potevo trattenermi dal ridere vedendo, come vidi spesso, un viso straordinariamente grave, il mazzetto, e la rimboccatura, sur una sola persona. Ritornato sulla sinistra del Tamigi, girai per le strade principali, colla mia brava pianta in mano senza aver bisogno di chieder nulla a nessuno.
Uscii un'altra volta dall'accampamento e girai per qualche minuto in mezzo a lunghe file di cavalli e di mule, fra le quali riconobbi, con una dolce emozione, la mia bianca compagna di viaggio, che pareva assorta in profondi pensieri. Uscito di l
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