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Aggiornato: 27 giugno 2025
Ora, che doveva egli fare? Svignarsela dal campo nemico, per dar l'avviso nel Borgo? Questo era un punto difficile; ma il nostro giovinotto non ci vedeva niente d'impossibile. Ci avrebbe pensato, e al postutto, avrebbe tentato. Ma egli non poteva ancora pensarci; ma egli non sapeva ancor tutto.
«Caro Roberto» scriveva la signora Federica a suo figlio «Sai che la tua lettera è extrémément bourgeoise? Si direbbe che tu vada in solluchero per codesti luoghi pieni di miseria e di sudiciume! Un giovinotto come te, avvezzo a tutto il chic di Milano, avvezzo a vivere con la fine fleur della societ
Ah, se non sapesse nulla neanche quell'altro! Siamo dunque intesi; proseguiva messer Dardano. Gli parlerò di voi, aggiusterò io questa faccenda. Giovinotto, queste freddezza non istanno bene tra compagni d'arte, che sono sempre andati d'accordo. La vita è gi
Quel buon Costanzo, al comparir del giovine, si fece più sereno in viso, e stringendogli con amorevolezza la destra: Eccoti qui, gli disse, in compagnia del sole che mi saluta in questo momento. Bravo giovinotto! tu hai cuore e volont
Balzò dalla seggiola, prese il lume, attraversò lesto lesto il porticato, fu alla porta, l'aprì, e il visconte si trovò di faccia un giovinotto, il quale teneva tra le mani un bambinello mal coperto di cenci, che strillava come una capretta... Chi siete? che volete? domandò il visconte, fissando nello sconosciuto il suo sguardo penetrante e sereno.
«Ma se ho bene inteso, tornava a dire il colonnello questo giovane è medico: cittadino generale, non lo potremmo adoperare più utilmente colla sua professione?» E Dumorbion a Giuliano, facendo suo questo pensiero: «benissimo! Giovinotto un posto di chirurgo vi garberebbe? «In quanto a me, rispose Giuliano quello in cui vi sembrerò più utile, ed io lo farò.
Dal bel principio di questo racconto si è fatto cenno di un Arturo Ceretti, figlio del padrone di casa del signor Lorenzo Salvani, notando che il giovinotto, salvo il nome attillato e profumato di Arturo, era tutto suo padre, il vecchio Nicola Ceretti di Molassana, antico muratore e capomastro arricchito.
Gino parlava, e parlando interrogava con gli occhi la faccia di suo padre. Quella faccia era muta, e il nostro giovinotto poteva temere di non aver favorevole il suo giudice. Perciò fu grande la sua maraviglia, quando, finita la sua esposizione, si sentì dire dal conte Jacopo: Va bene. Ah! esclamò egli, sollevato.
Ella avrebbe voluto fare all'amore con lui, ma il pudore le impediva di essere la prima a parlare, e, da parte sua, il giovinotto non ardiva di farsi avanti perchè Sara era troppo ricca per lui. Ma in questi casi, ove manca il coraggio dell'uomo, supplisce l'astuzia della donna.
Ma nulla si potrebbe concludere senza essersi prima assicurati della persona a cui affidarne la Direzione. In queste imprese, giovinotto mio, l'uomo è tutto. E voi sareste il nostro uomo.... Il vostro ottimismo potrebbe ingannarvi rispose l'Arconti; io non faccio questo mestiere che da tredici mesi, e non ho l'esperienza necessaria....
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