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Aggiornato: 3 giugno 2025
Egli si pose in ginocchio e nascondendo il volto nel mio abito vi soffocò una parola che non intesi. Mi sentivo diventar di gelo, colla sensazione di una sofferenza diffusa in tutto il mio essere e poichè la sua testa stava sempre sui miei ginocchi e le sue braccia si alzavano verso di me implorando, mi gettai indietro col busto, irrigidita dal terrore, cercando di sfuggire il suo contatto.
Il cuore ebbe un primo sussulto. Capì subito e le mani le caddero un istante sui ginocchi. Stette così cogli occhi chiusi, finchè le parve che la breve vertigine fosse passata, poi mormorò: Doveva esser così.
Io sperava che il mugnaio fosse assente, ma avevo fatto i conti senza l'oste. Egli se ne stava in cucina, e tenendosi un marmocchio sui ginocchi, gli dava la pappa. Cospetto!... dissi, sor Zaccheo, siete nel pieno esercizio delle vostre funzioni di balio....
Ella disse: Non dunque tal sentiere mena a 'l loco soave u' la Bella, aspettando il Cavaliere, dorme sepolta in tra le chiome flave che crebbero per mille primavere? Ond'io sorrisi. Ed ella: Or quali amori sogna colei ne l'animo, aspettando? Non sogna io dissi. Ed ella: Io so che un giorno venne il sire a fugar da que' cari occhi l'incanto, ed a ginocchi baciò la rara mano, supplicando.
Allora cambiò concetto. E tutte le suddette considerazioni militarono in favore della nostra Irene quando, riconosciuto il fratello, essa diede un grido di sorpresa e si precipitò ai suoi ginocchi stringendoli fortemente e dirottamente piangendo commossa nel rivederlo, anche perché la presenza di lui richiamavale il genitore perduto che il fratello maggiore rappresentava per l'aspetto e per l'autorit
Era una risposta ad uso Appollonia, una di quelle osservazioni fredde, piene di buon senso, che non lasciano nessun posto per le soavi bugie del sentimento. Eppure Marta, nel caso suo, avrebbe trovato, senza mentire, un'altra parola... Si tolse dai ginocchi di suo marito e si pose sulla sedia, mettendosi davanti le lettere. È morta? domandò a un tratto.
Dall'alto della forca con un braccio potente, Al segnale prefisso, ei ghermiva il paziente; Gli chiudeva la strozza col famoso lacciuolo; Poi, lasciata la vittima, ratto balzava al suolo E, con ambe le mani afferrati i ginocchi, Dava uno strappo... Il misero schizzava in fuori gli occhi Tremava in tutto il corpo; contorceva la faccia; Allungava la lingua; dibatteva le braccia;... Ma era affar d'un istante!... E il popolo plaudiva A lui che così presto d'una persona viva Sapea fare un cadavere!
Ma ella entrò nella Chiesa, camminò verso l’altare, si pose a ginocchi sul marmo, e stette fino all’alba senza levare la fronte.
Il maestro Zecchini le insegnava a leggere sui vecchi libri che avevano servito al suo babbo ed allo zio Gervasio; ma quando la bambina si rifuggiava sui ginocchi della nonna, mostrandosi annoiata della monotona cantilena del maestro, implorando la grazia di ritornare ai suoi diletti infantili, la buona donna la liberava subito dal peso della lezione, e la rimandava libera ai boschetti del parco.
Ignoran che fissati ha poco avante Sopra miseria spaventosa gli occhi; Che sua candida man dianzi tremante Alzò il mendico prono a' suoi ginocchi; Che il delicato piè stanco or riposa D'aver recato ad egri aïta ascosa.
Parola Del Giorno
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