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Aggiornato: 7 luglio 2025


Una donna e una gentildonna! disse l'artista spagnuolo, con la cavalleria propria della sua nazione e de' veri artisti. Ma il Weill-Myot era il Weill-Myot.

Eccellenza, inchinata la persona come il primo quarto di luna, parlò Ciriaco pervenuto al cospetto del Conte; sta qui fuori certa gentildonna, la quale si annunzia per nuora della Eccellenza vostra, e desidera udienza. Chi, dite voi? Gridò il Conte dando un balzo sopra la sedia.

La gentildonna diventata vermiglia, lo ringraziava con un cenno affettuosissimo del capo.

Sta bene: adesso togliete quanto vi aggrada; e dicendo aperse uno scrigno pieno di monete d'oro di varia ragione; e siccome la gentildonna vergognando si peritava, il Conte insisteva: ma prendete prendete... sarebbe strana davvero, che tra padre e figlia si facessero tanti rispetti. Orsù, via, farò da me; e riempita una borsa gliela consegnò.

Con questo, rispose l'Adelantado; che il mozzo Bonito era una donna; che si doveva sapere chi fosse, e perchè si nascondesse così. Abbiamo risposto, non dubitate; abbiamo risposto che prendevano abbaglio; che si trattava d'una gentildonna straniera, non soggetta alle leggi di Spagna, e che non aveva da fare con la giustizia di questo paese. Ancora abbiamo detto il suo nome, ma inutilmente. Il signor governatore vedr

La gentildonna accennò col capo, si levò anch'essa, gli dette a toccare la punta delle sue dita sottili e fredde; lo guardò bene, quasi per accertarsi se egli fosse davvero quel Giuliano, di cui le parlava la lettera di don Marco; e avuto l'ultimo inchino, lo lasciò che andasse.

Gli altri due erano ritratti di donne. Una era la moglie del conte Cesare, la quale non partecipava punto alla ripugnanza del marito per la pittura. L'altra era una gentildonna della famiglia, andata a nozze, non si sapeva più bene se con un Pallavicino di Parma o con un Visconti di Milano. Il prete di casa le sapeva a menadito, tutte quelle storie; ma il poveraccio era morto!

Ma la gentildonna padrona di casa gli mosse incontro, lo prese per una mano, lo trasse in mezzo a quelle beate amicizie; le quali tutte accennarono garbatamente di non disgradirlo; poi se lo fece sedere allato, e mentre i crocchi ripigliavano i loro parlari, essa si mise a discorrere con lui.

E, poi ch'Isabella ha lasciato me per lui, se l'ará come merita. Oh che bella lode d'una gentildonna par sua, innamorarsi d'un ragazzo! PASQUELLA. Uh! Non dite cotesto, ché le carezze ch'ella gli fa gli le fa per amor vostro. FLAMMINIO. Digli che ancora, un , se ne pentirá. Vo' che la si sfami di baciarlo. PASQUELLA. Eh ! Mentre che 'l cane abbaia, il lupo si pasce. FLAMMINIO. Tu il vedrai.

LECCARDO. Per vostra grazia, non per mio merito: ed io ne fo un dono alle Signorie Vostre come piú meritevoli di me. BIRRI. La tua gola ti ha fatto incappare. LECCARDO. I topi golosi incappano al laccio. BIRRI. Sei stato cagione che sia morta la piú degna gentildonna di questa cittá per la tua golaccia. LECCARDO. E se non lo faceva per la mia gola, per chi l'aveva io a fare?

Parola Del Giorno

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