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Aggiornato: 23 giugno 2025


«E così li abbiam dipinti io ed i miei agenti, eminenza! sclamava il rubicondo don Gaudenzio, l'esaltato gesuita republicano siccome ladri, gente rotta ad ogni vizio e sopratutto, nemici acerrimi della religione.

Da quasi un mese si è inaridito il filo d'acqua vicino agli scheggioni delle loro capanne, e per e pei bimbi e per la mandra vengono giù ad implorare una Madonna del Gaudenzio.

Gaudenzio si credette spacciato e stava veramente fresco, se la moltitudine, come abbiam narrato, in luogo di schiamazzare, confondersi, ondeggiare e rovesciarsi gli uni sugli altri avesse imitato la pacatezza di Franchi, e somministrato almeno al prete una pioggia di pugni.

La serva mi introdusse in un camerino e quella signora stando seduta in poltrona, prese il plico e lo aperse. Va bene, ora puoi andare, disse Alfredo. Il Sig. Gaudenzio intanto forse preoccupatissimo, per la sua recente sciagura, o non badò alle parole di Tonio, o non le comprese.

Il povero Gaudenzio, che aveva creduto di passare una notte di paradiso, col più bel tipo di fanciulla che natura avesse formato, era obbligato di odorare il putrido fiato d'una maledetta, ributtante vecchia. E così lo lasciarono, ed uscirono con Zambianchi, Cantoni e la salvata sua amante per cercare i compagni, che da parte loro non rimanevano colle mani alla cintola.

«Mostrarmi io al balcone in presenza di quegli indemoniati, libera nos Domine; ed un brivido, un tremore generale gl'invadeva la corpulenta carcassa da capo a piedi. Tale è la paura della pelle di questi rettili, il cui regno non è di questo mondo. «Noi ci presenteremo in nome di Sua Eminenza, diceva lo straniero a Gaudenzio.

Verso la fine di dicembre del 1887 i signori Corradino, Gaudenzio, Erminio e Vittorio Sella, accompagnati dai tre Maquignaz, padre e figli, e da Serafino Henry di Courmayeur, tentavano il M. Bianco, partendo dalla Capanna Q. Sella al Rocher du Mont Blanc. Furono ricacciati in basso dallo scatenarsi improvviso di una tormenta.

«Oh, generale! voi non sapete che razza sono questi Romagnoli. Poi ai Volontari si son riuniti quel fazioso di Masina co' suoi lancieri, quel furioso di Bonnet da Comacchio ed un capitano Mambrini con molti Mantovani. Non è vero don Gaudenzio

Appena veduta la firma del Gesuita suo prottettore, il gaudente s'alzò di botto ed esclamò con voce commossa: «Ah! questo è un amico mio, fatelo pure entrare!» «Amico suo! che roba!... disse fra l'ufficiale, e ritornando a Gaudenzio, l'introdusse subito.

In una stanza del palazzo Guiccioli di Ravenna, ove abitava il Legato Pontificio, cardinale Sardella, trovavansi a colloquio collo stesso il generale Latour e don Gaudenzio, il prete liberale che gi

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