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Aggiornato: 14 giugno 2025


Quivi d'accorte e ladre parolette foggia non è che non mi circonvenga; ma l'altra parte di luntano stette pensando in quale guisa mi sovvenga. Io, che fra tanto sono entro le strette d'abbracciamenti e garrula losenga, irmene al manco viaggio mi delibro; ma donna mi vietò, c'ha in man un cribro. «Genus servitutis est coacta libertas». ARIST.

Di sopra a le montagne alte e sognanti Nel ciel si perde e sfuma L’ultima trasparenza de la bruma: Anime e cose salgono. De le casette rustiche Disperse a gruppi sul montano fianco Narra il profilo bianco Tutto un passato di squisita pace: Tutto un presente di squisita pace L’acqua d’una fontana Gorgogliando laggiù, garrula e piana, Nel silenzio, bisbiglia.

Allora, alla garrula contentezza del principio, allo scoppio di allegria, succedeva una gioia intensa, rattenuta. Gli augelletti si nascondevano nei folti inaccessibili e cantavano sommessi. I verdi si facevano più oscuri, ed erano tanto fronzuti gli alberi, che internandosi per i sentieri tranquilli, in alcuni punti sembravano neri. Le cascate trasparenti e bianche scendevano con monotona armonia le scalinate di pietra annerita e verdeggiante. Una frescura di cui è impossibile farsi un'idea, regnava in quei siti. I raggi del sole non potevano farsi strada. V'era un'ombra impenetrabile deliziosa, non scevra di mistero. In alcuni punti non si sapeva più dove s'era, tanto apparivano profondamente freschi, umidi, solitari, lontanissimi dal resto del mondo. Uno di questi punti era a fianco dell'ala sinistra del palazzo. V'era un circolo irregolare di alte piante le cui cime frondose intercettavano i raggi, e non lasciavano scorgere che ad angustissimi spicchi l'azzurro del cielo. Alcuni rami si spingevano sul palazzo, coprivano gli stipiti a ghirlande, e pareva volessero entrare per l'ampie finestre del primo piano. Più sotto, foltissimi boschetti col loro cupo verde formavano un asilo quasi inaccessibile. In mezzo v'era un piccolo lago naturale, di forma elittica, irregolare; l'acqua n'era nettissima, ma non limpida. Specchiandosi pareva di guardarsi in un vetro opaco. Alcune piante acquatiche dalle larghissime foglie pallide galleggiavano qua e l

Naturae humanae incommoda qui recte philosophantur non magni faciunt. Tu fermamente, se non tutta, in parte sei fatta stolta e garrula, Tecnilla, la qual in foggia d'arrogante ancilla a tua madonna crediti agguagliarte. So ben ch'ogni pensier hai d'imitarla e, vòlta in tal desio, sempre la invídi; onde, perché non mai la giugni, gridi e latri come chi d'altri mal parla.

Parola Del Giorno

fuligginosa

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