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Aggiornato: 20 giugno 2025
Ebbene, la conduco domani; disse Zaeli fingendosi risoluto. Paolina non fece motto, ma spezzò con ira il gambo d'un garofano che teneva in mano. Non si parlò più di Cecilia, ma il giorno dopo quando l'avvocato pronto per andare in citt
E dice «imbianca», per questo vocabolo volendo essi diventar parventi, come paiono le cose bianche e chiare, dove l'oscuritá della notte gli teneva, quasi neri fossero, occulti. «Si drizzan tutti»; percioché, avendo il gambo loro sottile e debole, gli fa il freddo notturno chinare, ma, come il sole punto gli riscalda, tutti si drizzano, «aperti in loro stelo», cioè sopra il gambo loro, «Tal mi fec'io», quale i fioretti, «di mia virtute stanca», per la viltá che m'era nel cuor venuta; «E tanto buono ardire al cuor mi corse», per li conforti di Virgilio, «Ch'io cominciai», a dire, «come persona franca», forte e disposta ad ogni affanno: «O pietosa colei», cioè Beatrice, «che mi soccorse», col sollecitarti, e mandarti a me; «E tu», fosti, «cortese, che ubbidisti tosto Alle vere parole, che ti porse!»; percioché, dove venuto non fossi, io era veramente per perire. «Tu m'hai con disiderio il cuor diposto Sí al venir con le parole tue», cioè con i tuoi ùtili conforti e vere dimostrazioni, «Ch'io son tornato nel primo proposto», cioè di seguirti. «Or va', ch'un sol volere è d'amendue». Non si potrebbe in altra guisa bene andare, se non fosser la guida e 'l guidato in un volere. «Tu duca», quanto è nell'andare, «tu signore», quanto è alla preeminenza e al comandare, «e tu maestro», quanto è al dimostrare; percioché uficio del maestro è il dimostrare la dottrina e il solvere de' dubbi.
Sacontala studia nuove ragioni di dimora e fa lento, piú ch'ella può, il suo passo. Aimè grida aimè! Un subito dolore mi piglia al fianco. Aimè! che non mi reggo al cammino! Le compagne la rincorano perché s'affretti. Ed ella: Oimè! il piede mio è ferito da un gambo acuto d'erba cusa . Oimè! il lembo della veste mi s'è appiccato a un ramo di curuvaca . Fermatevi, datemi aiuto.
Tina tremò che non vi arrivasse; poi non si sarebbero cacciati anche gli altri fra la siepe? Come la sua zampa e la sua ala ammalata vi avrebbero potuto penetrare? La chioccia si era fermata beccando le larghe foglie di un'erba, che aveva un fiorellino giallo sopra il gambo sottile, senza accorgersi di quella scena.
Guardi: non sono fragole, ma bombe... E siccome bisognava coglier l'occasione col suo gambo: Provi le disse supponga di assaggiare il mio cuore. Era un primo passo verso quella grande dichiarazione, che da un anno a questa parte non aveva ancora trovata la sua formola. Buonissima, squisitissima... disse Flora colle labbra ancor dolci di quel rosolio. Che cosa? la fragola o il cuore?
Son quelle che ieri han bevuto, fortemente, il sangue vivo vivo. Ora guardatele; hanno due soldi in tasca per la merenda, ma le labbra carezzano il gambo d'un fiore, o sorridono deliziosamente a un giovanotto cocchiere padronato, che sorride e minaccia con la frusta elegante...
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