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Aggiornato: 5 giugno 2025
102 La figliuola d'Amon quanti ne tocca con la sua lancia d'or, tanti n'atterra: fulmine par, che 'l cielo ardendo scocca, che ciò ch'incontra, spezza e getta a terra. Il popul sgombra, chi verso la rocca, chi verso il piano; altri si chiude e serra, chi ne le chiese e chi ne le sue case; né, fuor che morti, in piazza uomo rimase.
Che gaiezza poi nei rami! Che cinguettìo, che garrito, che gorgheggi, che saltellare, che strepito di ali, che beccheggiare, che lascivia! Che negghianza negli uni, che inquietudini per la casa negli altri! Che spanto di pietre preziose negli occhi, nelle ali, nelle goliere, nei ciuffetti, nei pennacchi! Quei fiori dell'aria si abbandonavano ad un baccanale sfrenato. Quei piccoli bellimbusti tormentavano la quercia grave e screpolata dal fulmine, l'acero che protesta, l'elce che si stecchisce, l'olmo che cede, l'abete che si dondola realmente, il pino che se ne burla, l'agrifoglio che d
Voi mi vedete.» E qui il gigante della Liguria ergevasi da sembrar più alto d'un palmo: «Voi mi vedete.» I suoi occhi scintillavano più del fuoco su cui s'inchinavano quei giovani nemici della tirannide grondanti di pioggia: «Con questo corpo, e non so come, io mi lanciai contro quella porta, che andò in frantumi, più presto che se l'avesse colpita il fulmine.
AP. Ho letto bene che Anchise ne fu punito, sendo percosso dal fulmine come gli era stato preditto, donde è quel verso: Giove irato il ferì col telo ardente. Ed avvenga che la cagione d'essere stato in tal guisa punito la dia all'avere egli divulgato il peccato, nondimeno dimostra innanzi, che tutti quelli che cercavano d'aver a fare con gli Dei, capitavano male.
Sì, al Ministero non sanno mai quel che si vogliono disse Guido sinceramente addolorato. Pareva che avessero deciso di ritardare fino ai primi di novembre; invece, che è che non è, oggi piomba da Roma come un fulmine il comandante Gerletti e ci d
La folla si fende; un Cavaliere di aspetto leggiadro, con la visiera calata, portante scudo con figura affatto simile a quella del Monforte, se non che posta nella sua naturale attitudine, salutate in prima le dame, percuote col ferro dell'asta la insegna obbrobriosa del primo tenitore: al punto stesso il Cavaliere vede un altro ferro di mole maravigliosa, tinto di sangue rappreso percuotere la medesima insegna, onde volge la testa, e scorge un sembiante coperto di piastre di acciaio, il quale portava per impresa il fulmine, che cadente dalle nuvole abbatteva una torre, col motto: da man celata scende.
Ahimè, vi prego, non lavorate sì aspramente. Avesse arso il fulmine questi ceppi che ora dovete accatastar. Lasciate questo, vi prego, e riposatevi. Allorquando brucer
Di trafiggere il tenore Saria comodo il momento.... La mia rabbia, il mio furore In vederlo io freno a stento.... Ma sa ben lo scellerato Che in un pezzo concertato Se anche il fulmine cadesse Un tenor morir non può.
Non conosco la santa, e non ho ancora veduto il santuario. È la prima volta che mi decido a passare il fiume, e che quel campanile m'invita. Dicono che il fulmine l'abbia gi
Il Cavaliere del fulmine, con le mani sopra il pomo della spada fitta nel terreno, stava immobile a considerare il mortale duello; poteva, se avesse voluto, con un suo colpo finirlo, ma lieto del valore del compagni, gliene lasciava tutta la gloria.
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