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Aggiornato: 3 giugno 2025


Ed io accelerai il passo dietro lei che fuggiva; e raggiuntala mentre metteva il piede sullo scalino del cancello per incurvarsi ad aprire, l'avvolsi da capo a piedi in un lungo cupido sguardo; e trasalii, sfiorandola. In un sorriso che balenò come un lampo ella spalancò su me due grandi occhi lucenti di tenebrosa maraviglia.

Bice rispose con un cenno inesprimibile, e rimase ritta in quella penombra a guardare il treno, che fuggiva gi

Così l'animo mio, ch'ancor fuggiva Si volse in dietro a rimirar lo passo Che no lasciò gi

Attirati dal rumore siamo corsi tutti in cucina, e vedemmo una finestra caduta in frantumi, una damigiana rovesciata, un lago di vino sul pavimento, la Menica colle mani nei capelli, Martino che fuggiva per evitare il primo impeto del padrone. Che cosa era avvenuto per causare tanti disordini?... Una piccolissima causa aveva prodotto quei terribili effetti, proprio come molte questioni di duelli.

Nel silenzio il mio orecchio percepì il piccolo rumore d'un orologio che doveva essere nella stanza, posato in qualche luogo. La vita scorreva, il tempo fuggiva. La mia anima era vuota e sola.

Negli estremi giorni ancora, quando la vita le fuggiva ed ancora l'illusione rinasceva in lei, facendo a noi tutti più aspro lo strazio della catastrofe che ci soprastava, il nome vostro ricorreva sulle sue labbra.... come quello dell'amica più buona.... Il mio nome!

E via via via, le larve gli stormivano dietro a' passi, come turbine che in una selvetta di nocciuoli stride frammezzo all'arida frasca. E va e va e va, salta salta salta; e l'aria sibilava rotta dal gran galoppare. Sbuffavano cavallo e cavaliere, e sparpagliavansi intorno sabbia e scintille. Ogni cosa che la luna illuminava d'intorno, deh, come ratto fuggiva alla lontana!

Metilde ne aveva paura, ed alla comparsa dell’ubbriaco fuggiva nella sua stanza, e si chiudeva dentro. Un giorno esso entrò improvvisamente in cucina tutto traballante, e si mise a strepitare senza riguardi davanti ai cugini. Maria lo minacciò di togliergli le chiavi della cantina; egli le rispose con uno schiaffo. Silvio saltò al collo d’Andrea e voleva strozzarlo.

Il ferito era immobile nel suo letto, pallido, cereo nel volto, non più vivo che nello sguardo. Ma come aperto, quell'occhio! come lucente! Pareva che il poveretto, sentendo prossima la fine, volesse bere per lo sguardo tutta la luce del giorno che fuggiva. Gino vide Don Pietro e lo guardò fissamente; poi mosse le labbra, accennando di voler parlare.

Una sera, Emilia suonava il liuto nel padiglione con un'espressione che veniva dal cuore. Il sole all'occaso illuminava ancora la Garonna, che fuggiva a qualche distanza, e le cui acque erano passate dinanzi alla valle. Emilia pensava a Valancourt; non ne avea udito più parlare dopo il suo soggiorno a Tolosa; ed ora, lontana da lui, sentiva tutta l'impressione che aveva fatta sul proprio cuore. Prima di aver conosciuto Valancourt, non aveva incontrato alcuno, il cui spirito ed il gusto si accordassero tanto bene col suo. La Cheron avevale parlato di dissimulazione, di artifizi; pretendeva essa che quella delicatezza, cui ammirava nell'amante, non foss'altro che un laccio per piacerle, eppure essa credeva alla di lui sincerit

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