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Aggiornato: 2 giugno 2025


L'anno terribile stava per scoccare. La commedia della finanza allegra si avviava a diventare dramma e tragedia, ma prima dell'epilogo essa doveva passare ancora sotto le forche caudine dei Commissari del Direttorio, piegarsi davanti alla voracit

Volgetevi indietro e mirate! Per tutto forche, roghi, mannaie e calici di veleno! Ebbene! questo ferale apparato è la culla gloriosa della vera vita del Popolo; è il trono della sua maest

Altra origine della corruzione morale de' servi è l'abitudine ai giuochi del lotto e ad altri consimili. Quanti individui, allettati dalla speranza di far fortuna e cambiare stato, incominciano la carriera del vizio rubando, e la finiscono col suicidio! Quanti ospedali, quante prigioni, quante forche bisognò innalzare per lasciar vita a questo abuso de' giuochi!

Coteste erano veramente forche caudine. Fermi tutti: se muovete un passo siete morti! Così si fece sentire una voce dall'alto, come folgore che rumoreggi per le nuvole; e la compagnia si fermò.

RONCA. Un paro di forche! e non ti paia poco che ti doniamo la vita, che non ti ammazziamo o ti diamo in poter della giustizia. ASTROLOGO. Vi ringrazio. ARPIONE. Non bisogna ringraziarci, se lo facciamo per ordinario. ASTROLOGO. La vostra sufficienza me lo fa credere; ma voi discepoli non dovreste far questo al vostro maestro.

Che colpa ci aveva lui dunque, se lo si era educato a quel modo? Chi gli aveva tolto il padre e la madre? Oh, era ben disgraziato, ecco! e a volere che la legge fosse giusta, bisognerebbe che l'istesso capestro stringesse il collo del delinquente, e quello di colui che l'ha tirato su per le forche!

Mi vuoi vivo acciocchè il senato mi conduca alle forche! Lo uccide. E mentre osserva sdegnato quel cadavere, imbrattato di sangue, che giace ai suoi piedi, viene ansante un nunzio. Cesare. Vengono! Chi? I messi del senato per catturarti e condurti alle forche. Odi. Ode il calpestio dei cavalli. Le forche! Mai! Non può indugiare. Vuole cacciare il pugnale insanguinato nelle mani del messo.

Volevano uno Stato e una corona, volevano cioè armi, soldati, pubblicani, birri, ergastoli, forche, carnefice e un popolo da mugnere, scorticare e impiccare, e il tutto a maggior gloria di Dio e della sua santissima religione.

Patrone, io non voglio venire se non me date le scarpe. PRUDENZIO. Vieni; ch'io t'imprometto de dartele come noi tornamo. MALFATTO. ! come tornamo! Voi me ci volete cogliere come le altre volte. Non avete un quatrino. PRUDENZIO. Tira alle forche, temerario poltrone! Che sai tu se io ho nummi o no? Fa' che stii cheto e non amplius loqui. E basta. CECA serva.

CECA. Che che ti trarò d'un sasso nel capo! MALFATTO. Voglio bussar per dispetto tuo, adesso. Tic. CECA. Non l'odi, poltrone, no? MALFATTO. , . Tic. So ch'io voglio bussare. CECA. Tu non me credi, Malfatto, neh vero? MALFATTO. Che vòi? che hai? Oh Ceca mia bella! CECA. Che vòi? che adimandi? MALFATTO. Volevo stare con meco abracciato. CECA. Tira alle forche! Lèvate de , dico!

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