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Aggiornato: 16 giugno 2025
Tutti avevano fatto buon viso alla proposta, salvo il Ferrero, la cui gratitudine perseguitava Filippo Bertone fino al punto di non lasciargli guadagnare venti lire al mese. S'intende che Ferrero parlava in nome dell'economia. C'è sempre una ragione onesta, per commettere una bricconata. Che diamine!
Ti dirò dunque i nomi degli altri; Ferrero, Vigna, Balestra, il conte Candioli. Candioli! Quello sciocco? non potè trattenersi dallo esclamare Filippo. E di che cosa scriver
Noi che facciamo? Un giornale in italiano e in francese. Ci vuol dunque un titolo bilingue. Sicuro, bilingue! Ah, ce diable de Ferrero! Il n'y a que lui pour avoir de ces idées l
Se il Ferrero lo avesse saputo, egli che toscaneggiava volentieri, avrebbe potuto dire che Filippo Bertone viveva di buio, come le piattole. Ed ecco anche la ragione per cui Filippo Bertone era pallido e punto in carne. Figurarsi! Pane e cacio! E di quest'ultimo, a mala pena due soldi!
Frattanto il giovane che era argomento di tante chiacchiere, dopo aver scartabellato parecchi volumi e comperatone uno con pochi soldi che cavò dal taschino della sottoveste, si mosse di sotto l'arcata per traversare la via, tenendo sotto il porticato di destra proprio a filo del caffè dove stavano seduti i suoi critici. Che voglia entrar qua? domandò tra spaventato e scherzoso il Ferrero.
Il cortile degli aranci è posto a tramontana della cattedrale, e cinto d'un gran muro merlato. Nel mezzo sorge una fontana, circondata da un boschetto d'aranci, e da un lato, accanto al muro, un pulpito di marmo, ai piedi del quale narra la tradizione che predicasse san Vincenzo Ferrero.
Incontanente, mandò i suoi padrini al giornalista. E vedete caso, il giornalista era Ferrero, l'antico compagno d'universit
Oh, a proposito di cenci, ripigliò il Ferrero, che cosa è avvenuto del tuo Bertone? Mio! esclamò l'Ariberti. Mio come tuo. Tu sai ch'egli è di Mondovì ed io per tutte le vacanze non mi sono mosso da casa. Del resto, che vuoi che abbia fatto? Sar
Nicolino Ariberti. era rimasto sovra pensieri. Quella timida occhiata di Filippo Bertone gli stava sul cuore. Perchè non l'ho io salutato? andava dicendo tra sè. Imparerò anch'io a giudicar gli uomini solamente dall'abito? Torniamo a noi; gridava intanto il Ferrero. -Si pensa sul serio a metterla in luce, la Dora? Ma si, certamente.
E con una leggiadra giravolta sui tacchi, il signor conte Candioli andò verso il banco, per farsi ammirare dalla padrona, pallida creatura, che aveva letto Ossian e si credeva una specie di Malvina, perchè aveva i capegli di canapa mal pettinata. Vedi che sciocco! disse il Ferrero sottovoce all'Ariberti. Perchè è stato a Parigi, insieme coi bauli del suo signor padre...
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