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Aggiornato: 16 giugno 2025
Certo, è toccato alla guancia, tra l'occhio e l'orecchio destro, e il sangue gli spiccia da uno strappo che mi pare assai lungo. Vorrei fermarmi, e faccio intanto un gesto d'angoscia. Niente, niente; grida egli, che ha capito a volo. È una graffiatura. Questi bastoni son troppo sottili, cedono troppo, e la parata non serve sempre a sviare la botta. La grandinata ripiglia, e spesseggia.
Una mano simile disse con profonda convinzione vale tutto un codice di legislazione sociale. Pensi che questa mano mi ha risparmiato un mezzo accidente. Io schiattavo dalla bile. Pensi che in treno quel prepotente si è permesso di fermarmi il braccio che voleva tirare il campanello di allarme: il suo vestito bianco gli premeva più della mia soffocazione! Io voglio proporre per una ricompensa quell'egregio macchinista che alimentava così vigorosamente il fuoco, che usava con tanta opportunit
Quanto a me, disse Gisella, è un altro affare. Io non passo mai di qua senza fermarmi al Martinetto, per salutar Biancolina. Del resto, soggiunse cerimoniosa, ci ho guadagnato d'incontrarvi e di avere un buon compagno per la discesa. Venite dunque, Vaussana, e faremo anche il giro più largo. Così mentir
Riparto stasera. Come? protestò l'altro, fermandosi, tra stupito e crucciato, sul punto di varcare il portone del Liceo. Ma niente affatto!... Dopo due anni che aspetto questa tua visita, vieni per mezza giornata? Che dico? Per qualche ora appena! Non posso fermarmi di più. Hai da fare? Che hai da fare? Non ammetto pretesti! Ti sequestro. Almeno sino a domani. Ti prego di non insistere. Non posso.
Giselda Fioresi gli passò daccanto col suo fascicolo di musica. Dunque, ella disse. È stato in campagna? Ora si ferma? Le pare? rispose Filippo. Fermarmi a Venezia? Credo che la mamma parta a giorni; e io rimarrei qui solo? Allora accompagna la mamma, come sempre?... Come sempre!
E, ricevuto questo aspettato discorso, l’entusiastico imperatore scrive a Libanio⁴⁰⁷: ⁴⁰⁷ Idem, 494, 1 sg. «Ieri lessi gran parte del tuo discorso prima di pranzo. Dopo pranzo ho letto, senza mai fermarmi, il resto. Te felice che puoi così parlare, più felice che puoi così pensare!
Ravenna non possiede nessun'altra chiesa che possa eguagliare la nobile opulenza e le felici proporzioni di Sant'Apollinare. Ha però ancora un certo numero di vecchie e notevoli basiliche, che mi limiterò ad indicare. Teodorico vi aveva fatto costruire parecchie chiese ariane, come quella dello Spirito Santo, ancora esistente, e di Santa Maria in Cosmedino: non mi ci fermerò, come non intendo fermarmi a parlare di altri monumenti più antichi, dell'epoca di Galla Placidia, come San Giovanni Evangelista, Sant'Agata e San Francesco. Solo la cattedrale della citt
«Ero alla vigilia di lasciar Firenze. Scrissi al babbo che sarei partita col primo treno dell'indomani, e sarei giunta a Torino la sera stessa. Non contavo fermarmi per via. «La sera mi giunse una lettera di Max. Era una strana lettera, che riporto per intero. «Mia buona amica, «Avete voluto mortificarmi rimproverandomi i sottintesi delle mie lettere; accetto la lezione e ve ne ringrazio.
Non si può descrivere il suo aspetto. Madamigella, sono venuto a dirvi addio. Vedete che in questi giorni non vi ho disturbata. Questa è l'ultima volta. Vostro padre non sa che io sia qui; non lo vedrebbe volentieri. Non ho dunque tempo di fermarmi. Addio, Ida, addio per sempre. Così dicendo le prese la mano, coprendola di baci.... Poi fece uno sforzo violento, e si diresse verso l'uscio.
Ti faccio venir qui il padrone. No, no: io non posso fermarmi... Bisogna ch'io vada... mi raccomando... presto... presto per amor di Dio! E senza voler aspettar altro, Battista voltò le spalle, e se ne andò correndo com'era venuto. Raggiunse il carrozzino, ci saltò dentro, riprese le briglie, e via di nuovo al galoppo.
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