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Aggiornato: 9 ottobre 2025


Venne ad accompagnarmi allo scalo, e quando entrai nella sala d'aspetto, mi strinse la mano, mi fece un inchino e partì. Mi fermai alla porta e lo seguii collo sguardo, sperando che si volgesse qualche volta per vedermi e salutarmi ancora. Ma egli non pensava che al suo sigaro. Non si voltò mai. Correva e fumava come una locomotiva!

Ed elli a me: <<La mia scrittura e` piana; e la speranza di costor non falla, se ben si guarda con la mente sana; che' cima di giudicio non s'avvalla perche' foco d'amor compia in un punto cio` che de' sodisfar chi qui s'astalla; e la` dov'io fermai cotesto punto, non s'ammendava, per pregar, difetto, perche' 'l priego da Dio era disgiunto.

Pur mi raffronto a quella orribil porta fiso mirando, e qui fermai lo piede com'uom ch'entrarvi drento si sconforta, e, fin ch'altri vi passi, dubbio sede. «Plato in libris Legum quid sit omnino Deus inquiri oportere non censet». CIC. Utitur periphrasi circa id quod in instanti agitur.

Rientrato in casa, un barlume di luce proveniente dalla mia camera, m'inquietò, credendo avessi dimenticata accesa la lucerna o i bracci dell'armadio, fin dalla sera prima; apersi la porta, e mi fermai sulla soglia d'un tratto.

Ecco come passò il nostro primo giorno a Parigi. La prima volta che entrai nel recinto dell'Esposizione dalla parte del Trocadero, mi fermai qualche minuto in mezzo al ponte di Jena per cercare una similitudine, che rendesse ai miei lettori futuri un'immagine fedele di quello spettacolo. E mi venne in mente di paragonare il senso che si prova entrando l

L'ultima volta ch'io fui in Italia, e saranno forse dieci anni cosí dice alla pagina 224 il signor Niemand, mi fermai lungo tempo in Milano. Ho veduto ivi agli ingegni nascenti strozzarsi dagli anziani le parole in bocca, la riputazione de' provetti lacerata da' provetti.

Fuori, sulla spianata deserta, mi fermai a respirare fortemente l'aria che così frizzante e cruda mi entrava con un grande refrigerio nel petto. Anche quella prova era venuta! Tutto arriva, fatalmente, inesorabilmente, di ciò che deve arrivare. Oh! mio Dio! pensai datemi forza fino alla fine. E poichè i fedeli gi

Discesi lentamente sul prato e mi fermai a pochi passi da lei. Essa mi guardò daccapo, rispose sorridendo al mio saluto e tornò a lavorare in silenzio. Io non sapevo ancor leggere le tacite parole avvolte ne' suoi sorrisi; mi parve tuttavia che quella fosse pungente. Mi avvicinai, e si parlò un poco della chiesa longobarda ch'ella stava disegnando.

Passai accanto a Malek e a Saladino, i due cavalli focosi dell'Ambasciatore, inciampai in qualche altra tartaruga e mi fermai davanti alle tende dei servi a piedi. Erano coricati sopra un po' di paglia, senza coperte, l'uno a traverso l'altro; ma dormivan tutti d'un sonno così profondo, che non si sentiva un alito, e parevano morti ammucchiati.

Subito dopo udii un riso e un'altra voce che mi pietrificarono. Sie Böser! Cattivo! Era Violet. Mi fermai, palpitante, a due passi dalla carrozza. L'uomo voltò il capo verso di me. Allora girai dietro la carrozza, mi fermai in mezzo alla via, fingendo di guardare il tetto e i pinnacoli della casa Nassau che spuntavano nel chiaro di luna.

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