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Molti rifiutan lo comune incarco; ma il popol tuo solicito risponde sanza chiamare, e grida: «I’ mi sobbarco!». Or ti fa lieta, ché tu hai ben onde: tu ricca, tu con pace e tu con senno! S’io dico ’l ver, l’effetto nol nasconde. Atene e Lacedemona, che fenno l’antiche leggi e furon civili, fecero al viver bene un picciol cenno

4 Ma di saperlo far non si dia vanto pittore antico pittor moderno; e ceda pur quest'arte al solo incanto, del qual trieman gli spirti de lo 'nferno. La sala ch'io dicea ne l'altro canto, Merlin col libro, o fosse al lago Averno, o fosse sacro alle Nursine grotte, fece far dai demonii in una notte. 5 Quest'arte, con che i nostri antiqui fenno mirande prove, a nostra etade è estinta.

restaro, e trasser se' in dietro alquanto, e tutti li altri che venieno appresso, non sappiendo 'l perche', fenno altrettanto. <<Sanza vostra domanda io vi confesso che questo e` corpo uman che voi vedete; per che 'l lume del sole in terra e` fesso. Non vi maravigliate, ma credete che non sanza virtu` che da ciel vegna cerchi di soverchiar questa parete>>.

Vedi lo sol che ’n fronte ti riluce; vedi l’erbette, i fiori e li arbuscelli che qui la terra sol da produce. Mentre che vegnan lieti li occhi belli che, lagrimando, a te venir mi fenno, seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più mio cenno; libero, dritto e sano è tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch’io te sovra te corono e mitrio».

non per sapere il numero in che enno li motor di qua su`, o se necesse con contingente mai necesse fenno; non si est dare primum motum esse, o se del mezzo cerchio far si puote triangol si` ch'un retto non avesse. Onde, se cio` ch'io dissi e questo note, regal prudenza e` quel vedere impari in che lo stral di mia intenzion percuote;

Inferno · Canto VIII Io dico, seguitando, ch’assai prima che noi fossimo al piè de l’alta torre, li occhi nostri n’andar suso a la cima per due fiammette che i vedemmo porre, e un’altra da lungi render cenno, tanto ch’a pena il potea l’occhio tòrre. E io mi volsi al mar di tutto ’l senno; dissi: «Questo che dice? e che risponde quell’ altro foco? e chi son quei che ’l fenno?».

vid’ io muovere a venir la testa di quella mandra fortunata allotta, pudica in faccia e ne l’andare onesta. Come color dinanzi vider rotta la luce in terra dal mio destro canto, che l’ombra era da me a la grotta, restaro, e trasser in dietro alquanto, e tutti li altri che venieno appresso, non sappiendo ’l perché, fenno altrettanto.

84 E così tutte l'altre avean scritto anco il nome di color di chi fu il senno. Del suo gran parte vide il duca franco; ma molto più maravigliar lo fenno molti ch'egli credea che dramma manco non dovessero averne, e quivi dénno chiara notizia che ne tenean poco; che molta quantit

e piu` d'onore ancora assai mi fenno, ch'e' si` mi fecer de la loro schiera, si` ch'io fui sesto tra cotanto senno. Cosi` andammo infino a la lumera, parlando cose che 'l tacere e` bello, si` com'era 'l parlar cola` dov'era. Venimmo al pie` d'un nobile castello, sette volte cerchiato d'alte mura, difeso intorno d'un bel fiumicello.

e più d’onore ancora assai mi fenno, ch’e’ mi fecer de la loro schiera, ch’io fui sesto tra cotanto senno. Così andammo infino a la lumera, parlando cose che ’l tacere è bello, com’ era ’l parlar col